domenica 8 aprile 2012

Giovanna la Pazza, regina di Castiglia

Giovanna di Trastàmara, detta la Pazza, (Toledo6 novembre 1479 – Tordesillas12 aprile 1555), figlia di Isabella di Castiglia e di Ferdinando d'Aragona fu:
- Duchessa di Borgogna e delle Fiandre dal 1496 al 1506, in seguito al matrimonio con Filippo I d'Asburgo.
- Principessa delle Asturie dal 1498 al 1504 (titolo che spetta all'erede presuntivo), in seguito alla morte del fratello Juan e della sorella Isabella.
- Regina di Castiglia e di Leon dal 1504 al 1555, in seguito alla morte della madre Isabella
- Regina di Aragona e di Navarra dal 1516 al 1555, in seguito alla morte del padre Ferdinando

File:Meister der Magdalenenlegende 002.jpgDal 1506 al 1555, i suoi titoli furono solo nominali, essendo stata giudicata malata di mente e rinchiusa a vita nella fortezza di Tordesillas.

Il potere effettivo fu esercitato dal padre Ferdinando d'Aragona fino al 1516 e poi dal figlio Carlo, primo re di Spagna e imperatore del Sacro Romano Impero.

Giovanna era la terza figlia dei Re Cattolici, e divenne loro erede dopo che la sorella maggiore e il fratello maggiore morirono.

All'epoca era già sposata con Filippo d'Asburgo, figlio dell'imperatore Massimiliano I, arciduca d'Austria, e di Maria di Borgogna, duchessa delle Fiandre, a cui ho dedicato un post alcuni mesi fa.

Di temperamento ribelle e anticonformista, Giovanna era entrata in conflitto con i genitori e con la Chiesa cattolica, criticando i metodi dell'Inquisizione e la persecuzione degli Ebrei e dei musulmani.



Nessuno si aspettava che la regina Isabella avesse fatto testamento a favore di Giovanna, considerati i pessimi rapporti che intercorrevano tra madre e figlia. Forse Isabella sperava che l'influenza di Filippo, marito di Giovanna, avrebbe permesso a quest'ultima di assumere atteggiamenti più conformisti alla politica religiosa dei Re Cattolici.

E così, alla morte di Isabella, nel 1504, Filippo e Giovanna furono incoronati Re e Regina di Castiglia, contro la volontà di Ferdinando d'Aragona, che in questo modo perdeva l'influenza esercitata per trent'anni sulla Castiglia, in quanto marito della defunta Isabella.

File:PhillippeJeanne.jpg

Giovanna e Filippo, come si è detto, ebbero sei figli:



Giovanna era innamoratissima del marito Filippo, detto "il Bello", che però la tradiva.


I tradimenti del marito provocavano violente scene di gelosia da parte di Giovanna, che fin da bambina aveva mostrato un carattere che alternava momenti di irascibilità a momenti di grande malinconia, sintomi inquadrabili nell'ambito di una depressione bipolare, un disturbo dell'umore che però non ha niente a che vedere con la pazzia.


Filippo morì giovanissimo nel 1506, colto da malore dopo un esercizio sportivo.
Da quel momento, tutte le azioni di Giovanna vennero strumentalizzate dal padre di lei, Ferdinando il Cattolico, re d'Aragona, al fine di dimostrarne la pazzia per ottenere la reggenza sulla Castiglia.

Cosa accadde veramente a Giovanna? Possiamo tentare una ricostruzione per punti.

1) Giovanna sicuramente aveva un temperamento ribelle, anticonformista e irascibile, ma non era pazza.

2) Giovanna soffriva di crisi depressive, legate alle gravidanze, ai tradimenti del marito e poi alla morte del marito stesso, ma era comunque perfettamente lucida e capace di intendere e di volere.

3) Alcuni suoi comportamenti dopo la morte di Filippo vennero ingigantiti dai suoi nemici politici.
- Fu criticata la scelta di far imbalsamare il corpo di Filippo, ma all'epoca si ricorreva di frequente a questa procedura quando la distanza dal luogo del decesso (Burgos) a quello di sepoltura (Granada) era molto lunga, e la salma rischiava di danneggiarsi.
- Fu criticato il fatto che il corteo funebre sia stato molto lungo e si sia tenuto di notte. Riguardo alla lunghezza, Giovanna scelse Granada come luogo di sepoltura in quanto lì già era stata sepolta la regina Isabella, ed era dunque un atto di omaggio alla madre. Il fatto che si fosse tenuto di notte era dovuto al fatto, ovvio, che la salma di giorno avrebbe subìto un deterioramento maggiore a causa delle più alte temperature.

4) Subito dopo i funerali di Filippo, con un vero e proprio colpo di stato, Ferdinando d'Aragona, con l'appoggio dell'Inquisizione, fece arrestare Giovanna con l'accusa di "pazzia", e la fece rinchiudere nella fortezza di Tordesillas, nella quale la regina rimase "ospite" per i successivi 50 anni della sua lunga vita.


La prigionia di Giovanna a Tordesillas fu estremamente dura e resa ancora più difficile sia dal rigoroso isolamento a cui fu sottoposta, sia dai tentativi di costringerla a pratiche religiose, come la confessione, che ella ostinatamente rifiutava.
Alla morte di Ferdinando, Giovanna ereditò solo formalmente la corona aragonese, ma il testamento del re stabiliva che tutta la Spagna sarebbe stata governata dal primo figlio maschio di Giovanna, Carlo d'Asburgo, che non vedeva la madre da dieci anni e che desiderava diventare subito re.
Carlo confermò dunque la "pazzia" della madre, e nominò suo carceriere un suo fedelissimo, il marchese di Denia. Costui manifestò uno zelo esemplare nella sua funzione di carceriere-aguzzino, come dimostra la corrispondenza intrattenuta con Carlo, nella quale a volte gli ricordava che prima dei sentimenti filiali dovevano venire gli interessi politici: a volte suggeriva di applicare alla Regina la tortura perché questa sarebbe stata utile alla sua salvezza spirituale. Il marchese allontanava persino quei frati che, messi vicino alla Regina nel tentativo di convertirla, ne divenivano, invece, amici e difensori, come accadde per frate Juan di Avila. Di tutto veniva sempre informato il figlio Carlo.


Nel maggio 1520 scoppiò la cosiddetta rivolta dei Comuneros, un movimento politico che mirava a rovesciare il regime di Carlo V e a sovvertire l'ordine costituito. Nell'agosto dello stesso anno i rivoltosi occuparono Tordesillas, allontanarono il Denia e chiesero a Giovanna il suo sostegno.
 Giovanna apparve a tutti perfettamente lucida e consapevole della situazione. Ricevette diverse volte i rappresentanti degli insorti, ma non accettò di mettersi in guerra contro il figlio e rifiutò di firmare qualsiasi documento che legittimasse la ribellione.
Tutte le testimonianze concordano nel riferire che la regina Giovanna era perfettamente sana, a livello sia fisico che mentale.
 Lo stesso vescovo di Tolosa, raccolte le testimonianze alcuni religiosi, comunicava a Carlo che tutti concordavano nell'affermare la sanità mentale di Giovanna precisandogli anche che: «…vostra altezza ha usurpato il titolo reale e ha tenuto prigioniera a forza la regina, che è del tutto assennata, sotto il pretesto che sia folle…»
Carlo, ormai divenuto anche imperatore del Sacro Romano Impero e signore delle Americhe centro-meridionali, (famosa la sua frase "nel mio impero il sole non tramonta", in quanto se tramontava in Europa, risorgeva poi in America e viceversa), dopo il 1520 fu ancora più spietato con la madre.
Giovanna fu ricacciata in una seconda prigionia, ancora più dura e crudele della precedente, sempre sotto la custodia del marchese di Denia.
Per ironia della sorte, nonostante le dure vessazioni, Giovanna visse molto a lungo, al 
contrario dei suoi figli. Carlo V attese per decenni la morte della madre, ma mentre la 
salute fisica di Giovanna meravigliava tutta l'Europa, le condizioni fisiche 
dell'imperatore declinarono a causa di un tumore alla prostata.
Giovanna morì venerdì 12 aprile 1555, a 75 anni, dopo avere rifiutato per l'ennesima volta la confessione, assistita da Francisco de Borja, che testimoniò la sua lucidità. Il suo corpo uscì finalmente da Tordesillas, in quanto Giovanna aveva fatto richiesta di essere sepolta nella Cappella Reale della cattedrale di Granada, insieme all'amato marito Filippo e ai genitori, i Re Cattolici.
Nemmeno un anno dopo, Carlo V dovette abdicare, perché l'ipertrofia prostatica, all'epoca inoperabile, gli causava atroci sofferenze, e si ritirò nel convento di Yuste, nella desolata regione dell'Estremadura, dove morì nel 1558.