domenica 30 giugno 2013

L'Imperatore-Profeta di Gothian. Capitolo 55. Alienor prepara le difese del regno degli Alfar



Era notte quando la regina degli Alfar, Alienor, si affacciò nei terrazzamenti del castello di Alfarian, all'estremo nord del regno, per osservare i preparativi per resistere all'invasione degli Albini di Thule, che si riteneva ormai imminente.
Con lei c'era il figlio Legolas, principe della corona ed erede al trono.



Avevano svolto entrambi un duro lavoro quel giorno ed in quel momento ne osservavano i risultati.
Alienor sentiva il peso della responsabilità:
<<Per tutte le cose orribili che accadranno in questa guerra, tutti daranno la colpa a me, perché sono stata io a convincere Atar a rompere il Patto e sono stata sempre io a mandare Alice da Marvin, sapendo bene che lei lo avrebbe trasformato>>
Legolas si meravigliò:
<<E' un po' tardi per i ripensamenti, madre>>
Alienor scosse il capo:
<<Non è un ripensamento, è solo un'assunzione di responsabilità>>
Suo figlio non era convinto:
<<Non sei tu quella che preferiva parlare di cause, piuttosto che di colpe?>>
Lei si limitò a fissare l'orizzonte, verso nord:
<<A livello filosofico. Ma nella vita quotidiana non possiamo abolire il concetto di colpa. Provocherebbe l'anarchia>>
Legolas si accigliò:
<<Tu avevi detto che persino l'anarchia sarebbe stata meglio della dittatura di Marvin e del suo Sentiero Dorato>>
Alienor sospirò:
<<Quello era un paradosso! Un'iperbole!>>
<<Una... cosa?>>
<<Un'iperbole... un'esagerazione voluta, per stupire, pour epater le borgeois. Per scandalizzare i benpensanti!>>



Alienor dovette constatare che Legolas era troppo giovane e forse anche troppo ingenuo per seguire i suoi discorsi.
Faykan avrebbe capito al volto! Che errore è stato escluderlo dalla linea di successione! Era il migliore dei miei figli, e l'ho regalato ad Ellis! Come sono stata stupida...
Sospirò:
<<Legolas, io ho contestato l'autorità di Marvin perché era fondata su un patto con i demoni. Ma quello che vorrei che tu capissi, stasera, è che la guerra, anche quando è motivata da cause che si ritengono fondate sul bene, non è mai una cosa giusta. Non esiste una "guerra giusta". E chi ha contribuito a scatenare una guerra, anche se lo ha fatto in nome di un bene superiore, non è mai giustificato. Se tu non sei pronto ad accettare questo, non sarai mai pronto a regnare>>
Legolas non aveva mai sopportato quelle derive intellettualistiche della madre.
Per lui il mondo era molto più semplice, e trovava molto più interessante una lezione sul tiro con l'arco.
<<Mio padre, durante il consiglio dei ministri, ha detto che bisogna "Armare la pace". Ha dunque sbagliato?>>
Alienor annuì:
<<Certo che ha sbagliato! Ha detto un'idiozia! Avrei voluto cacciarlo a pedate dalla stanza. Non avevo mai sentito una frase più ipocrita!>>
Legolas si rabbuiò:
<<E allora perché gli avete dato il comando dell'esercito?>>
Lei sospirò nuovamente:
<<Perché è un bravo soldato, e ha combattuto molte volte, quando era al servizio del conte di Linthael. A quei tempi ti assomigliava molto, anche se era un Lathear, senza una briciola di sangue elfico>>



<<Tu eri destinata a Marvin, ma alla fine hai ceduto ai corteggiamenti di mio padre. Perché, se ora ti pare che dica cose tanto sciocche?>>
Gli occhi di Alienor divennero vitrei ed immobili, mentre ripensava al passato:
<<Avevo solo sedici anni. Ero una ragazzina ingenua. Ma la responsabilità del mancato matrimonio con Marvin non fu mia. Lui aveva ceduto alle lusinghe di Igraine, la sua prima moglie. Ed io a quel punto mi sentii libera di accettare il corteggiamento di tuo padre>>
Non una parola era stata detta sul primo matrimonio di lei con Elner Eclionner, né sui due figli che erano nati da quell'unione: Faykan ed Eleanor.
Legolas crede che il problema sia che suo padre non è di famiglia nobile. 
Il ragazzo la osservò con aria ironica:
<<Alla fine sei riuscita a vendicarti di Igraine. Ma ora la nostra salvezza dipende anche da suo figlio Arthur. Come la mettiamo?>>
Alienor scrollò le spalle:
<<Arthur farà il suo dovere. E' un soldato, come te e come tuo padre>>
Legolas parve intuire una nota di disprezzo in quella frase:
<<Mentre Marvin è un intellettuale, vero? Dicono che la conoscenza delle armi gli fu infusa quando si risvegliarono in lui le memorie degli antenati>>
Alienor annuì:
<<E' così infatti. Lui aveva studiato come retore ad Amnisia. E poi fu iniziato agli Arcani Supremi. Io lo vedevo nei miei sogni e lui vedeva me. E mi diceva sempre "Sei bellissima". Accecato d'amore mi stava a guardare>>

Galadriel Lord Of The Rings

Legolas ripensò a un ritratto di sua madre, di trent'anni prima
Era veramente bellissima.
<<Marvin è stato uno sciocco a preferirti quell'altra. Poteva anche essere un intellettuale, ma ha detto e fatto idiozie in abbondanza pure lui>>
C'era rancore nelle parole di Legolas.
Alienor cercò di smorzare i toni:
<<Se fosse stato saggio, non ci sarebbe stato bisogno di mandargli Alice. Spero che lei gli abbia aperto gli occhi una volta per tutte. Se lui dovesse essere sconfitto nel fronte sud, per noi sarebbe la fine>>
<<Ha cinquanta legioni, madre!>>
<<Sì, ma contro di lui non ci sono solo nemici umani. Eclion e tutta la sua corte di demoni cercheranno di annientarlo>>
<<Esattamente come Gothar e la sua corte di vampiri tenterà di fare con noi. Ma è tempo che il sangue elfico trovi la sua riscossa, da solo, senza dover dire grazie a nessuno!>>
Legolas aveva parlato con passione e sua madre dovette, quantomeno, riconoscere che era animato da un grande coraggio.
<<So che ti batterai con onore, figlio mio, ma ti prego... non sacrificare la vita in nome dell'eroismo! Io ti accoglierò a braccia aperte anche se le tue ferite fossero tutte sulla schiena>>
<<Non ne dubito, madre, ma io non sarei in grado di sopportare la vergogna. Quella è ancora peggio della colpa>>
Alienor dovette ammettere, pur non essendo d'accordo, che quella era una frase intelligente.
Da giovani si sente la vergogna, da adulti la colpa... e questo ci inchioda alle nostre responsabilità, anche se filosoficamente non sono nostre.


Cast

Kate Blanchett (Galadriel) - Alienor di Alfarian

Orlando Bloom (Legolas) - Legolas di Alfarian

Orlando Bloom (Will Turner) - Lorran Plum,  consorte reale di Alienor d'Alfarian

L'Imperatore-Profeta di Gothian. Capitolo 54. Confessioni ad Alice



Il corteo imperiale si spostava lentamente.
Già il solo fatto che si spostasse era considerato miracoloso.
L'Imperatore-Profeta lascia la fortezza di Gothian per la prima volta dopo trent'anni, e porta con sé la sua giovane sposa.
Alice de Bors, Principessa Consorte, viaggiava nella Carrozza Imperiale, assieme al marito.
Chi li avesse visti, li avrebbe scambiati per una coppia di fidanzatini.
Alice ho bisogno di te come l'aria per respirare. Ora i miei nemici sanno il mio punto debole.
Marvin si aggrappava alla Profezia come unica fonte di rassicurazione.
Ho visto nascere nostra figlia, ho visto che la crescevamo insieme... non corriamo alcun pericolo.
Così pensava, ma per la prima volta in vita sua, incominciava a chiedersi se quelle visioni fossero veramente ciò che sarebbe accaduto in futuro e non un sogno.



Fuori dal suo castello, dalla sua sala del trono, si sentiva vulnerabile.
E devo viaggiare nascosto, perché la gente non veda quanto sembro giovane.
Il dono dell'eterna giovinezza incominciava a infastidirlo.
Non mi prendono sul serio. Mi guardano e si chiedono: ma è proprio lui l'uomo che comanda l'Impero da trent'anni? 
Sentì il bisogno di abbracciare Alice e di stringersi a lei.
La Principessa Consorte si era abituata a quei momenti di sconforto, in cui lui pareva tornare quasi un bambino.
<<Cosa c'è che non va, mio amato?>>
Lui aveva voglia di piangere, ma cercò di controllarsi.
<<Niente... è solo che non ero più abituato agli spazi aperti>>
Lei non ci credette neanche per un secondo:
<<Non è solo questo... parla liberamente, sfogati, qui non ci sente nessuno>>



Aveva pronunciato quelle parole con dolcezza e con un sorriso rassicurante.
Marvin si sentì subito meglio:
<<Il fatto è che io senza di te non potrei più vivere... e i miei nemici lo sanno, ho paura che provino a farti del male>>
Lei istintivamente si pose le mani sul grembo:
<<Tu hai visto nascere nostra figlia. Mio caro, dammi almeno altri otto mesi di vita!>>
Risero entrambi.
<<Sì, l'ho vista nascere, e so anche come tu la chiamerai. Ma non te lo dico, altrimenti sceglieresti un altro nome non fosse altro che per dimostrare che il destino non esiste>>
Lei gli accarezzò i capelli.
<<A chi assomiglierà? Almeno questo me lo puoi dire?>>
Marvin chiuse gli occhi, ed ebbe la visione di sua figlia adolescente, forse già diciottenne.



<<La vedo immersa in una foresta, con il viso che mi osserva da dietro un albero. Ti assomiglia moltissimo, eppure ha un'espressione completamente diversa. Ha l'aria di essere triste, gli occhi sono splendidi e profondi, i capelli più scuri dei tuoi...>>
Alice annuì:
<<Ho capito. Sarà una Eclionner, e anche se avrà un volto simile al mio, avrà una personalità come la tua. Ma sai cosa ti dico, io sono contenta se assomiglierà a te>>
Marvin non era d'accordo:
<<Ho visto l'ombra di Eclion su di lei. E questo significa dolore... il mio stesso dolore>>
Alice continuò a parlare con voce tranquilla:
<<Solo il dolore rende grandi. Solo il dolore ci dà la certezza di esistere>>
Lui si sentì attraversare da un brivido:
<<Non potrò mai accettare questa affermazione. Se il dolore è la prova dell'esistenza, allora è meglio non esistere, meglio non diventare grandi>>
Lei gli asciugò lacrime che avevano accompagnato quello scambio di frasi.
<<Nostra figlia ti insegnerà che non è così. Te lo sta insegnando già adesso. Queste tue visioni, questi tuoi pensieri... tu stai percependo lei che cresce nel mio grembo. Siete in simbiosi già adesso, e lo sarete sempre più. Le figlie femmine amano sempre di più il padre>>
Marvin vedeva sempre più chiaramente sua figlia, ma non vedeva più Alice. Era come se l'una avesse sostituito l'altra.



<<Parli come se conoscessi il futuro molto meglio di me>>
Alice rise:
<<Io so leggere il presente. Per intuire certe cose non c'è bisogno della Profezia. E' come quando guardi un fiore dalla radice ai petali. Anche quella è una forma di destino. Come un fiore non è responsabile del suo colore, noi non lo siamo per ciò che siamo diventati>>
Era una dottrina eretica, ma Marvin la condivideva:
<<Avrei voluto una vita normale, ma il destino mi ha reso grande e inutile>>



Era una citazione da Majkovskij, il finale di "All'amato me stesso", ma inevitabilmente a Marvin risuonarono nella testa le parole scritte dal poeta prima di spararsi: "La vita e io siamo pari".
Alice aveva il pregio di non colpevolizzare il suo vittimismo.
Lei sa il prezzo che dovrò pagare. Me lo ha letto negli occhi. 
Ogni romanzo della sua vita si concludeva con una morte, ma mai con la sua.
Alcuni non possono più essere salvati, ma per altri c'è ancora speranza.
Era l'unico motivo per il quale aveva deciso di intervenire personalmente a sud.
Alice pareva averlo sempre saputo:
<<Finché sarà vivo qualcuno che ti vorrà bene, non sarai inutile. E qualcuno che ti vorrà bene ci sarà sempre>>
Marvin ne dubitava:
<<E' difficile volermi bene. Se ne sono andati via tutti, e quelli che non se ne sono andati di loro iniziativa, li ho cacciati via io, come ho fatto con Mordred e Valyria. La storia mi ricorderà come uno dei più crudeli tiranni della Dinastia>>
Alice scosse il capo, facendo oscillare i lunghi capelli ondulati sulle guance del marito:
<<A volte si deve fare qualcosa di male per evitare che succeda qualcosa di peggio>>



Marvin, a occhi chiusi, continuava a vedere sua figlia India nel bosco. Gli sembrava quasi che fosse stata lei a parlare.
<<Nostra figlia vivrà costantemente nel pericolo>>
Alice non ne aveva dubbi:
<<E allora tu dovrai insegnarle a difendersi in tutti i modi possibili>>
Lo avrebbe fatto, lo sapeva, lo vedeva.
<<Presto saranno inventate nuove armi>>



<<Le insegnerai ad usarle>>
Marvin ebbe un altro flash.
<<Finalmente vedo anche te... vedo nostra figlia che ti spazzola i capelli>>



<<Ma sei sicuro che sia io?>>
Non ne era affatto sicuro, ma finse di esserlo:
<<Come potrei non riconoscerti!>>
Alice accettò la risposta senza indagare oltre, ma pareva sorpresa, come se qualcuno le avesse predetto che la sua vita non sarebbe stata lunga.
<<Hai visto il luogo?>>
Marvin annuì, ma la risposta non sarebbe piaciuta a sua moglie:
<<La camera rossa di Gothian>>
Alice sospirò:
<<Dunque quel luogo maledetto ci perseguiterà ancora?>>
Marvin cercò di attenuare il perso della risposta:
<<Noi lo trasformeremo! Dopo quest'ultima guerra, noi trasformeremo tutto!>>


Cast

Mia Wasikoswska - Alice de Bors d'Alfarian , Consorte imperiale
Jonathan Rhys Meyers - Marvin Eclionner Vorkidian
Mia Wasikowska (India Stoker) - India Eclionner Vorkidian
Nicole Kidman (Eve Stoker) - Alice de Bors d'Alfarian

sabato 29 giugno 2013

Le regole dell'Eleganza



L'eleganza non è un concetto relativo, non è una questione di gusti e nemmeno una questione di mode, di tendenze.
Ci sono delle regole al di fuori delle quali non può esistere l'eleganza.
Sono poche, chiare, accessibili a tutti coloro per i quali la parola eleganza conti qualcosa.
Ecco un decalogo per chi vuol essere elegante.

1) Avere cura del proprio aspetto.

Può sembrare banale, ma questo primo punto è molto controverso. Molti credono che avere cura del proprio aspetto sia una cosa frivola, indegna delle persone profonde, intelligenti. No. La sciatteria, che è il contrario della cura di sé, non è segno di intelligenza: è sciatteria, e basta.

2) Non esagerare.

La sproporzione è nemica dell'eleganza. Se qualcosa ci piace, nel vestiario o negli accessori o in ogni altra manifestazione dell'estetica personale, dobbiamo evitare di sovraccaricarci di questo qualcosa. Non occorre nessuna fatica nel rendersi conto, onestamente, se qualcosa, superando un certo limite, diventa eccessivo, pacchiano, ridicolo. La maggior parte degli stilisti non ha mai capito questa regola.

3) Non appiattirsi sulle mode.

Le mode hanno la tendenza ad estremizzarsi. E chi le segue pedissequamente si autoesclude dall'eleganza. La persona elegante è consapevole delle tendenze, ne tiene conto, ma ne rifiuta gli aspetti eccessivi, quelli che, due o tre anni dopo, riguardando le fotografie dell'epoca, ci fanno ridere a crepapelle.

4) Mantenere l'equilibrio tra originalità e sobrietà

La persona troppo sobria rischia di essere invisibile nel migliore dei casi, nel peggiore risulta grigia, noiosa. Ma la persona troppo originale diventa bersaglio dell'irrisione. Bisogna cercare di mantenere in equilibrio i due piatti della bilancia.

5) Saper fare gli abbinamenti.

In inglese si parla di "outfit", quando si intende un look dove si sono studiati abbinamenti particolari. Ci sono colori che fanno a pugni con altri colori. Non ci vuole il genio di Leonardo da Vinci per capire che in genere una tonalità calda non va accostata in maniera troppo disinvolta ad una tonalità fredda, tanto per fare un esempio. O che non si possono mettere, che ne so, i blue jeans insieme alla cravatta, o le scarpe da ginnastica insieme a un vestito a giacca. Eppure ci sono stilisti che fanno questo ed altro, e credono di essere eleganti.

6) Adattare le scelte alla propria fisionomia ed età.

Si può essere eleganti senza essere fisicamente perfetti. L'importante è adattare il proprio look a ciò che, del nostro fisico, non possiamo cambiare. Una donna con delle gambe non proprio perfette dovrebbe evitare i leggins, così come un uomo che non ha un fisico atletico dovrebbe cercare di coprire con capi scuri e con strategici gilet quello che una camicia chiara, magari messa pure sotto i pantaloni, mostrerebbe come un inequivocabile pancione. Insomma, tutto ciò che può accentuare un difetto, va evitato. Anche questo consiglio mi pare ovvio, ma poi mi guardo in giro e vedo che evidentemente non è così ovvio.
Si prenda esempio da Wallis Simpson, che non era né giovane, né bella, eppure era una donna estremamente attraente, e fece innamorare un re grazie alla propria eleganza.




7) Evitare l'ostentazione di elementi costosi e "firmati".

Chi crede che per essere eleganti si debba essere ricchi si è sbagliato di grosso. Si possono trovare al mercato e nei grandi magazzini dei capi perfetti, mentre non c'è nulla di più volgare di chi ostenta il capo firmato, o la copia taroccata del capo firmato. La firma può essere una garanzia di qualità, a volte, ma non così spesso come la pubblicità vorrebbe farci credere. Un capo firmato non ci rende "fighi", se non lo siamo già per conto nostro, anzi, accentua la nostra goffaggine.

8) Tenere conto del contesto.

Ci sono persone che vanno al lavoro come se andassero in spiaggia o in discoteca o a un matrimonio. Ecco, io non dico che si debba essere troppo rigidi e indossare uniformi (anche se a scuola, secondo me, andrebbero reintrodotte, per riportare un minimo di decenza, ma forse questo dipende dal fatto che sono un insegnante!), però una attenzione al contesto permette al proprio stile di risultare più facilmente accettato. Bastano piccoli accorgimenti.

9) Non cercare di imitare dei modelli, ma crearne di nuovi.

"Per essere insostituibili bisogna essere diversi", diceva giustamente Coco Chanel. Per cui non dovete mai dire: "Vorrei essere come quella persona". No! Voi dovete trovare il vostro stile!




10) Non fate ricorso alla chirurgia plastica.

Lo dico alle donne in particolare, perché è un fenomeno prevalentemente femminile: non sfigurate il vostro viso e il vostro corpo con qualcosa che lo priva della sua naturalezza. Una cosa rifatta si vede subito e fa dire a tutti: "Stava molto meglio prima". Ogni età ha la sua eleganza, ed una donna può persino acquistare bellezza con l'età. Ci sono donne che hanno acquisito un grande carisma con l'età. L'invecchiamento lo si combatte con abitudini sane.
Guardate com'era bella Audrey Hepburn a sessant'anni!



O anche Jackie Kennedy, bellissima fino all'ultimo, persino negli anni nella malattia.

Chi fu il primo re d'Inghilterra?

File:King.athelstan.tomb.arp.jpg

Il primo Re d'Inghilterra fu Atelstano di Wessex (Winchester 895 - Gloucester 939). Figlio di Edoardo il Vecchio, che era stato re del Wessex e signore degli Anglosassoni, a sua volta figlio di Alfredo il Grande, Atelstano completò l'opera di unificazione dell'Inghilterra con l'annessione della Northumbria nel 927.
Secondo altri storici medievali il primo Re sarebbe stato il suo successore, il fratellastro Edmondo (Wessex 921 - Pucklechurch 946).

File:Athelstan from All Souls College Chapel detail.jpg

La dinastia dei Wessex regnò sull'Inghilterra, con alterne vicende, fino al 1066, quando Aroldo II fu sconfitto da Guglielmo I di Normandia, detto il Conquistatore, nella Battaglia di Hastings.

L'Imperatore-Profeta di Gothian. Capitolo 53. Mordred rifiuta il Dono del vampiro



Si erano sposati solo una settimana prima, ma già vi era un elemento di discordia tra il principe Mordred Eclionner e sua moglie Daenerys von Steiberg, contessa di Gothian, detta "La divoratrice di cuori".



Come tutti i vampiri, la contessa di Gothian desiderava che il suo compagno e consorte condividesse con lei la cosiddetta "non-morte", chiamata anche il Dono.
Mordred avrebbe rifiutato anche se quella decisione non avesse implicato il doversi nutrire di sangue, fosse pure quello di un animale.
Non amo la vita: come potrei amare l'immortalità?
Ma Daenerys, che lo amava in modo possessivo e avrebbe voluto averlo al suo fianco per sempre:
<<Sai, Mordred, cosa si dice riguardo ai mortali? Che muoiono due volte. La prima quando il loro cuore smette per sempre di battere, e la seconda quando il loro nome viene pronunciato per l'ultima volta>>
L'immortalità della gloria o del disonore erano due forme comunque effimere, e sostanzialmente inutili. Però faceva sempre effetto l'idea che un giorno nessuno mai più si sarebbe ricordato del fatto che siamo esistiti.
Cos'è in fondo un uomo che non ha lasciato niente di memorabile dietro di sé: niente, nessuno, in nessun luogo, mai...
Però in fondo quella era un'immortalità di poco conto, se in realtà riguardava solo il nome e non la persona.
<<Non è immortalità, quella, è solo vanità>>
Daenerys sbuffò:
<<Ah! Gli impagabili consigli moralistici degli Eclionner!>>
Mordred scrollò le spalle:
<<Sempre meglio delle proposte indecenti dei vampiri di Gothian!>>
Daenerys sorrise:
<<Ah, se tu sapessi come diventa delizioso il sapore del sangue!>>
Lui ebbe un moto di ribrezzo:
<<Ah, sì... e che sapore ha?>>
Lei assunse un'espressione estasiata:
<<Ha lo stesso sapore del vino dolce dell'estate, del "rosso di Dorne">>







La musica della canzone "Summer wine" risuonò nella mente di entrambi, come se fosse un invito a ballare e a condividere il Dono:

(NANCY):
Strawberries cherries and an angel's kiss in spring
My summer wine is really made from all these things

(LEE):
I walked in town on silver spurs that jingled to
A song that I had only sang to just a few
She saw my silver spurs and said lets pass some time
And I will give to you summer wine
Ohh-oh-oh summer wine

(NANCY):
Strawberries cherries and an angel's kiss in spring
My summer wine is really made from all these things
Take off your silver spurs and help me pass the time
And I will give to you summer wine
Ohhh-oh summer wine

(LEE):
My eyes grew heavy and my lips they could not speak
I tried to get up but I couldn't find my feet
She reassured me with an unfamiliar line
And then she gave to me more summer wine
Ohh-oh-oh summer wine

(NANCY):
Strawberries cherries and an angel's kiss in spring
My summer wine is really made from all these things
Take off your silver spurs and help me pass the time
And I will give to you summer wine
Mmm-mm summer wine

(LEE):
When I woke up the sun was shining in my eyes
My silver spurs were gone my head felt twice its size
She took my silver spurs a dollar and a dime
And left me cravin' for more summer wine
Ohh-oh-oh summer wine

(NANCY):
Strawberries cherries and an angel's kiss in spring
My summer wine is really made from all these things
Take off those silver spurs and help me pass the time
And I will give to you my summer wine
Mmm-mm summer wine

(Nancy Sinatra, Lee Hazlewood)



<<Summer wine fu scritta e cantata prima del Grande Cataclisma. Le tue memorie fin dove affondano, Danerys?>>
Lei ridacchiò:
<<Non così lontano, i vampiri erano scomparsi del tutto, prima del Grande Cataclisma. Ma sono stata giovane quando il nostro mondo era giovane. Questo è uno dei vantaggi dell'immortalità. La saggezza di una lunga vita e l'aspetto di una giovane fanciulla>>



<<Il prezzo da pagare è troppo alto. La vita di un vampiro conduce inevitabilmente all'abuso di potere e al degrado. Io posso esserne al massimo passivo concorrente, ma non voglio bere sangue,  nemmeno se avesse il sapore dell'ambrosia degli dei>>
Daenerys ne fu dispiaciuta:
<<Mi chiamano la "Divoratrice di cuori", ma alla fine è sempre il mio cuore  a essere fatto a pezzi. Ma in fondo, il mio cuore... è solo cibo avariato. Non ti farò del male, Mordred, perché ti amo in modo altruistico, come credo prima nessuno mai. Ma mio fratello potrebbe non prendere bene la tua decisione>>
Mordred annuì:
<<Non ne sarà certo felice, ma senza di me gli manca il pretesto per scatenare la guerra e per trovare alleati tra coloro che non hanno ancora preso partito, in questa ennesima guerra... questa ennesima puntata del Gioco del Trono>>



<<Il Trono Nero di Gothian era di mio padre. Marvin gliel'ha sotratto, ed è tempo che gli eredi di Gothian se lo riprendano>>
Mordred si accigliò:
<<Quale degli eredi? Tu o tuo fratello?>>
Lei sorrise:
<<Ho concluso un accordo con mio fratello: lui sul trono do Gothian ed io su quello di Alfarian. Mia madre Rhaella Targaryen aveva sangue elfico>>



<<Non mi fido delle promesse di tuo fratello. Se l'hanno soprannominato Daemon Bloodice, ci sarà un motivo>>



<<Posso tener testa a mio fratello, come ho sempre fatto. Ma h bisogno di un motivo per farlo.Io vorrei regnare con te per sempre, perché dopo la mia trasformazione non posso avere figli, e se tu morirai sarei condannata alla solitudine>>
Mordred la fissò dubbioso:
<<Ti innamoreresti ancora. Come si diceva nei tempi remoti, prima del Grande Cataclisma, "morto un Papa se ne fa un altro">>
<<Voi umani siete così prosastici!>>
<<E allora perché ti innamori degli umani?>>
Già! Perché?
Perché mi innamoro degli esseri umani?
Forse perché le piaceva la loro "giovinezza".
Sì.
<<Credo che sia perché vi sento giovani, e mi fate sentire giovane>>
Nel momento stesso in cui pronunciò quelle parole, capiva che fornito a Mordred la più valida delle argomentazioni.
<<Se diventassi anch'io un vampiro, diventerei ben presto anche "antico" e perderei il fascino che ora ho ai tuoi occhi>>
Daenerys aveva gli occhi viola per la rabbia.
<<Tutte scuse! Non mi è mai piaciuto ricevere rifiuti, non mi si addicono. Forse è per questo che divoravo il cuore di chi mi diceva di no. E visto che l'astinenza non mi fa bene, penso che dovrò ricominciare. E sarò sangue, sulle strade di Carcassonne!>>







Mordred ignorò la minaccia. Ormai Carcassonne era solo un ricordo in un gioco di carte.
<<Si parla spesso del Grande Cataclisma, ma nemmeno gli iniziati agli Arcani Supremi conoscono ciò che veramente causò il collasso della civiltà umana tecnologizzata... io credo che voi non-morti ne sappiate di più...  o mi sbaglio?>>
Daenerys non amava seguire a rimorchio una conversazione guidata da altri.
<<Nemmeno mio padre lo sapeva! Voi umani siete così bravi ad autodistruggervi da soli. Alcuni dicono che sia stato un virus a decimarvi, un virus prodotto da voi, come arma chimico-biologica, o una cosa del genere. Ma secondo me il virus eravate voi... sì, voi uomini... l'umanità intera era come una malattia infettiva... voi umani eravate il virus... siete stati decimati strozzandovi nel vostro stesso veleno...  e finirà così di nuovo, se Marvin continuerà nel suo assurdo Sentiero Dorato!>>
Mordred era sempre più coinvolto in quel discorso:
<<Ma perché gli dei, insomma, quelli che noi chiamiamo angeli e demoni... perché non sono intervenuti?>>
Lei appariva sempre più insofferente a quell'interrogatorio, ma la rabbia la costringeva a rispondere, seppur in modo offensivo:
<<Il loro nome corretto, nel tempo del loro occultamento, era "i Grandi Anziani". Avevano distolto l'attenzione da questa Terra, perché gli uomini non li veneravano più. Avevano rivolto la loro fede verso un unico Dio onnipotente e buono, una contraddizione in termini così evidente, eppure in miliardi si prosternavano di fronte a quest'Unico. Ma quando loro provocarono il Grande Cataclisma, questo Dio che si erano inventati non li soccorse. Fu allora che si ricordarono dei Grandi Anziani, e che essi tornarono sulla Terra, e si divisero gli incarichi. Io c'ero quando fu siglato l'Antico Patto. Fintanto che quello fu rispettato, ci fu la pace. Poi Lilieth Vorkidian, che il suo nome sia maledetto, ha deciso di mettere al mondo tuo padre, che ha scombinato tutti gli equilibri. Marvin è stato sempre consigliato male, da sua nonna, da sua madre, dalle sue mogli, da sua sorella... un burattino manovrato dalle donne e dai druidi!>>



<<La missione di mio padre non è mai stata quella di violare l'Antico Patto, ma di portarlo a compimento>>
Daenerys scosse il capo:
<<Ne ho abbastanza di queste inutili chiacchiere! Credo che stasera me ne andrò in giro ad assaporare sangue umano, e forse a divorare qualche cuore. Ho una reputazione da mantenere, io!>>





Cast

Legend of Cryptids character (Eve Venture) - prince Mordred Eclionner

Emilia Clarke (Daenerys "Stormborn" Targaryen) - Daenerys Steinberg, countess of Gothian

Queen Rhaella Targaryen (wife of Aerys II, the Mad King) - Rhaella Targaryen, first wife of count Fenrik

Daemon "Blackfire" Targaryen - Viserys Iceblood von Steiberg, prince of Thule

The Iron Throne (Il trono di spade) - The Black Throne of Gothian

Jonathan Rhys Meyers (king Henry VIII Tudor) - Emperor Marvin Eclionner Vorkidian

Tamzin Merchant (queen Catherine Howard) - Princess Consort Alice de Bors of Alfarian

Royo's vampiress - Daenerys "Hearteater", countess of Gothian

giovedì 27 giugno 2013

L'Imperatore-Profeta di Gothian. Capitolo 52. Ellis nei luoghi della sua giovinezza.



Mentre era immersa nella grande vasca, piena di latte d'asina, dove aveva fatto tante volte il bagno quando era giovane, durante la sua prima Reggenza, Ellis Eclionner, divenuta per la seconda volta Reggente dell'Impero dei Lathear, lasciava che la sua mente vagasse nei ricordi.
Quando lasciai la Reggenza la prima volta, e rinunciai a tutto ciò che avevo di più caro, non ero ancora una persona completa.
Non che credesse che la completezza fosse qualcosa di realmente raggiungibile.
All'epoca avevo bisogno di esperienze, oltre che di espiazione. Volevo vedere il mondo, volevo inseguire l'amore, volevo sentirmi libera.
E aveva avuto tutto questo, e altro ancora.
"Vero viaggio è il ritorno", scrisse un poeta.
Ah, com'era vero!
Qualsiasi cosa vedesse o toccasse, qualunue angolo dei luoghi dov'era nata e cresciuta, qualunque piacere, dai più grandi a quelli minimi, era come se una parte di lei, la maggior parte, tornasse alla vita.
Quanto mi è mancato tutto questo!
Durante i lunghi, cupi anni passati al limitare dell'Artico, a guardare la notte perpetua dalle mura del castello di Gothian, una parte di lei era rimasta come ibernata nel ghiaccio.




Come aveva fatto a resistere per tanto tempo in quel luogo desolato, lontano da tutto ciò che lei amava.
La conclusione era una sola
Quel tempo è servito a preparare la mia rivincita, come la prigionia di Edmond Dantes.
Com'era dolce il vino dell'estate che aveva gustato appena tornata a Lathena.
Era il "Rosso di Dorne", scuro come sangue e dolce come un grappolo d'uva.






Lo aveva sorseggiato, mentre le sue ancelle e le sue guardie personali cantavano Summer Wine, come Nancy Sinatra e Lee Hazlewood.

Strawberries cherries and an angel’s kiss in spring
My summer wine is really made from all these things
I walked in town on silver spurs that jingled to
A song that I had only sang to just a few
She saw my silver spurs and said lets pass some time
And I will give to you summer wine
Ohh-oh-oh summer wine
Strawberries cherries and an angel’s kiss in spring
My summer wine is really made from all these things
Take off your silver spurs and help me pass the time
And I will give to you summer wine
Ohhh-oh summer wine
My eyes grew heavy and my lips they could not speak
I tried to get up but I couldn’t find my feet
She reassured me with an unfamiliar line
And then she gave to me more summer wine
Ohh-oh-oh summer wine
Strawberries cherries and an angel’s kiss in spring
My summer wine is really made from all these things
Take off your silver spurs and help me pass the time
And I will give to you summer wine
Mmm-mm summer wine
When I woke up the sun was shining in my eyes
My silver spurs were gone my head felt twice its size
She took my silver spurs a dollar and a dime
And left me cravin’ for more summer wine
Ohh-oh-oh summer wine
Strawberries cherries and an angel’s kiss in spring
My summer wine is really made from all these things
Take off your silver spurs and help me pass the time
And I will give to you summer wine
Mmm-mm summer wine




Provenivano direttamente dalla tenuta della Casa dei Redwyne, una famiglia che era sempre stata fedele al Trono, chiunque ci sedesse sopra.
E in questo momento, sul Trono Imperiale ci sono io!



Presto anche la finzione della Reggenza non sarebbe più stata necessaria.
Marvin troverà pane per i suoi denti. Ah, sì, Marvin... mi hai usata e mi hai gettata via, ed ora, personalmente, non aspetto altro che la vita, finalmente, ti faccia a pezzi!
Non gli aveva perdonato niente: né l'uccisione del suo primogenito Elner, né l'esilio decretato per il figlio che avevano avuto insieme, incestuosamente: Mordred.
Mordred farà il suo dovere da nord, io farò il mio da sud. E tu, Marvin, Imperatore-Profeta del Nulla, sarai schiacciato come un insetto tra il mio esercito e quello di mio figlio!
Mordred non avrebbe fatto la fine di Elner. Avrebbe sconfitto l'esercito del suo fratellastro Arthur.
Eclion e Gothar si spartiranno il dominio del continente, ed io regnerò al sud come Imperatrice e mio figlio al nord come sovrano degli Albini, degli Alfar e dei Keltar, e l'antico ordine sarà restaurato.
Il Sentiero Dorato di Marvin sarebbe stato accantonato, così come la sua inattendibile Profezia.
E tutto andrà come deve andare.
Mentre usciva dalla vasca e si lasciava sciacquare la pelle dalle sue dame di compagnia, Ellis si sentiva quasi felice, ed era una sensazione che non provava da tanto, tantissimo tempo.
Come un fiore non è responsabile del suo colore, noi non siamo responsabili di ciò che siamo diventati. Il giorno in cui accettiamo questo saremo finalmente adulti e finalmente liberi!



Cast

Liz Taylor (Cleopatra) - Ellis Eclionner

L'Imperatore-Profeta di Gothian. Capitolo 51. Helena visita Anakin in prigione.



Dopo giorni di insistenza, la principessa imperiale Helena Eclionner Vorkidian, sorella minore dell'Imperatore-Profeta, riuscì a convincere il Primo Ministro Bial a concederle una visita al fidanzato Anakin, detenuto nelle segrete della Grande Piramide per ordine della Reggente Ellis Eclionner.
E' bastato ricordare a Bial che mio fratello potrebbe ancora vincere la guerra.
La notizia della partenza di Marvin Eclionner dal suo remoto castello di Gothian, a capo di cinquanta legioni, in direzione sud, aveva reso tutti i grand'uomini di Lathena molto più malleabili.
Ma questa non è una guerra tra uomini, non più... ora è solo una partita tra demoni...
Helena era una Sacerdotessa di Rango Segreto, iniziata agli Arcani Supremi.
In quanto discendente di Eclion l'Oscuro per parte di padre e di Belenos il Luminoso per parte di madre, Helena aveva potuto scegliere con chi schierarsi.
Ho scelto Belenos, ma vedo così poca luce in questo mondo.
Questo pensava, mentre scendeva le scale con una torcia in mano, sprofondando nei meandri delle segrete.
Si diceva che Sephir I il Crudele, uno dei primi imperatori della Dinastia Eclionner, avesse fatto scavare tunnel fino al centro della Terra.
Troverò un modo per portarti via da qui, Anakin.
Anche lui aveva dovuto scegliere da che parte stare, tra Eclion e Atar lo Splendente, il signore del Fuoco, da cui Anakin discendeva tramite sua madre Marigold Ataris, contessa di Gothian.



Ma l'ombra di Eclion è sempre dietro di lui. Gli offre il potere supremo, in cambio della sua anima.
Non era forse la stessa cosa che Eclion continuava ad offrire anche a lei?
Il Potere assoluto. Ogni desiderio che diventava un ordine. Ottenere qualsiasi cosa, sperimentare tutto fino alla nausea. Cogliere il frutto del piacere fino ridurlo in poltiglia. Fino a ridurre in cenere se stessi e l'universo intero.
E' più facile chiedere il potere che l'amore. L'amore è anche un obbligo, il vero amore va dimostrato.
Il vero potere no. Si dimostrava da solo. Il vero re è quello che non ha bisogno di ricordare a nessuno chi egli sia.
Ed io ti dimostrerò il mio amore, Anakin... te ne porterò testimonianza... 



Mentre le scendeva, le guardie si scostavano e si inchinavano.
La chiamavano Altezza Imperiale.
Com'era tentante, il potere che si sprigionava quando quei guerrieri, al solo vederla crollavano in ginocchio.
La sorella dell'Imperatore-Profeta, discendente dagli Eclionner e dai Vorkidian, Sacerdotessa di Rango Segreto...
Tutto ciò emanava potere, potere supremo... così come la sua statuaria bellezza.
Sentiva solo il passo delle sue scarpe rialzate che echeggiava lungo i cunicoli delle prigioni.
Solo gli appartenenti alla Dinastia venivano rinchiusi nelle segrete della Grande Piramide, quando cadevano in disgrazia. Alcuni non avevano più rivisto il sole.
La guardia che le faceva strada, finalmente indicò una cella.
Helena guardò tra le sbarre e vide che Anakin era disteso, ma sveglio, con gli occhi cerchiati, quasi preda della follia.



Fece cenno di aprire.
Anakin non appariva meravigliato.
<<Helena... ti stavo aspettando... ho percepito la tua presenza... il mio potere di chiaroveggenza cresce... i miei sensi sono acutizzati... la mia mente vaga per gli spazi infiniti del tempo... sono i doni di Eclion...  mi mostra ciò che potrei diventare... tu lo sai meglio di me... il conflitto regna in tutti noi>>
Vederlo in quello stato, per Helena, fu più doloroso che mai.
<<E tu? Tu cosa scegli, Anakin?>>
Lui la fissò con gli occhi iniettati di sangue ed un sorriso che appariva un ringhio.
<<Scegliere? Tu credi veramente che siamo noi a scegliere?>>
Helena ricordò il giuramento, il giorno in cui si era consacrata a Belenos.
Era stata lei a scegliere?
<<Non lo so. Ma se quello che sentiamo nel nostro animo è un conflitto, allora possiamo almeno cercare di vincerlo, ritrovando noi stessi. La parte più autentica, Anakin! Almeno questo l'avrai scoperto!>>
Lui annuì.
<<Be', se metti le cose in questi termini, se per te il bene stava nella persona che rispondeva "Io", se chiamavano Anakin Eclionner Ataris... allora... allora io sto perdendo>>
Quelle parole, per Helena furono peggio di una pugnalata.



Si sedette a fianco a lui, e lo abbracciò, stringendolo forte.
<<Non ti lascerò perdere, Anakin Ataris... dimentichiamo il cognome maledetto dei nostri padri... ricordiamo quello delle nostre madri. Rinunciamo ad Eclion e a tutte le sue tentazioni>>
Le parole del Giuramento le risuonavano nella memoria.
"Rinunci ad Eclion?"
"Rinuncio!"
"E a tutte le sue opere?"
"Rinuncio!"
"E a tutte le sue seduzioni?"
"Rinuncio!"
Era stato Marvin stesso ad officiare il rito, prima di mandarla a Lathena.
Anakin non pareva intenzionato a rinunciare con altrettanta facilità.
<<Eclion mi è apparso, sai? L'ho visto, ne ho visto il carisma>>



<<Ti ha parlato?>>
Anakin annuì:
<<Mi ha detto: "La fase del lavoro svolto alle dipendenze altrui può cedere il passo a transiti più favorevoli. Lasciami entrare nella tua mente,  e ti sarà facile fare un raccolto abbondante di ciò che hai seminato in tutta la tua vita. In generale io ti offro più opportunità". Ti sembrano forse parole malvage?>>
Helena gli lanciò un'occhiata di sdegno.
<<E questo sarebbe il carisma di Eclion? Parla come un mercante! Come fai a non accorgerti di quanto sia meschino?>>
Anakin appariva divertito:
<<Oh, la nostra principessa ce l'ha con i mercanti! Eppure tuo padre era poco più di un pirata, e non vidi mai persona più attaccata di lui al denaro. Per te è più facile averla vinta su Eclion... tuo padre non era un vero Eclionner>>
Aveva ragione.
Il padre di Helena, Vyghar di Linthael, discendeva dagli Eclionner tramite sua nonna, che a sua volta portava il nome di Helena.
<<Non parliamo dei morti! De mortuis nihil nisi bonum!>>
Improvvisamente si ricordò i versi di un antico poeta, che era vissuto prima del Grande Cataclisma.
Salvatore Quasimodo.
Dimenticate i padri! Le loro tombe sprofondano nella cenere...
"Uomo del mio tempo".
Anakin percepì i pensieri di lei:
<<Dimenticate, o figli, le nuvole di sangue salite dalla terra!>>



Pareva esaltato da quelle "nuvole di sangue".
Suo padre ne fece versare molto quando la sua sete di guerra lo portò ad invadere il regno degli Alfar e ad assediare Elenna sul Dhain, nell'anno della Primavera di Sangue.
Helena rabbrividì:
<<Puoi ancora salvarti. La vera battaglia è quella che si combatte dentro di noi>>
Lui divenne serio:
<<L'errore che commettono tutti quelli che parlano come te è quello di vedere il Bene tutto da una parte e il Male tutto dall'altra. Non riuscite a rendervi conto che sono mescolati, che non è possibile separarli, perché sono diventati un'unica realtà. Solo a livello teorico sono distinguibili. Ma poi, nella vita, ci accorgiamo che il Bene e il Male hanno bisogno l'uno dell'altro. A volte bisogna compiere un male per evitarne uno peggiore>>
Lei ribatté subito:
<<Chi decide?>>
<<Cosa?>>
<<Chi decide qual è il male minore e il male peggiore?>>
Anakin scrollò le spalle:
<<Questi discorsi non ci portano da nessuna parte. Siamo solo pedine di un gioco molto più grande di noi>>
Helena chiuse gli occhi e parlò quasi sottovoce:
<<Anche una pedina può dare scacco al re. Non dimenticarlo!>>



Cast

Nathalie Portman - Helena Eclionner Vorkidian

Hayden Christensen - Anakin Eclionner Ataris