sabato 2 marzo 2013

Moda maschile negli anni Quaranta





Icona maschile di eleganza negli anni '40 del secolo scorso è sicuramente Humphrey Bogart. Con il film "Casablanca", girato insieme ad Ingrid Bergman, Bogart "sdogana" l'impermeabile chiaro, rendendolo una garanzia di classe ed eleganza, assieme al cappello a larga tesa.






























Lo stesso vale per il cappotto chiaro.

Si impongono come moda le giacche a doppio petto.





Il risvolto delle giacche diventa più ampio, e la giacca stessa è larga, quasi oversize, e così pure i pantaloni.





I pantaloni sono "a vita alta".



C'è una sostanziale continuità rispetto agli anni Trenta e questa continuità si protrasse anche lungo buona parte del decennio successivo, di cui parlerò prossimamente.

Gli eredi di Gothian. Capitolo 59. Marvin e la Divoratrice di Cuori



Marvin Eclionner Vorkidian camminava solo, nella notte, indossando abiti neri, che lo rendevano ancora più indistinguibile nell'oscurità.
Stava per affrontare la più dura prova della sua vita.
Cercò di ripetere dentro di sé un mantra che riguardava il Sentiero Dorato che aveva scelto come unico futuro possibile.
La Via Aurea è dentro di noi, oppure non è in nessun luogo.
Sentiva che la Cacciatrice stava arrivando, la Divoratrice di Cuori, Daenerys Steinberg di Gothian, la figlia del vampiro.



Tanto lui era scuro, quanto lei era albina. Eppure lui era il messaggero della Luce e lei era il messaggero delle Tenebre.
Ecco, lì c'è la casa abbandonata. Un tempo ci viveva una famiglia di Alfar. Ora sono morti. 
L'atmosfera era così tetra da ricordagli il racconto di Poe, "Il crollo di casa Usher".



Lei mi aspetta lì.
La vedeva nella sua premonizione. Gli vennero in mente i versi di Pavese.

Verrà la morte e avrà i tuoi occhi-
questa morte che ci accompagna
dal mattino alla sera, insonne,
sorda, come un vecchio rimorso
o un vizio assurdo. I tuoi occhi
saranno una vana parola,
un grido taciuto, un silenzio.
Così li vedi ogni mattina
quando su te sola ti pieghi
nello specchio. O cara speranza,
quel giorno sapremo anche noi
che sei la vita e sei il nulla.
Per tutti la morte ha uno sguardo.
Verrà la morte e avrà i tuoi occhi.
Sarà come smettere un vizio,
come vedere nello specchio
riemergere un viso morto,
come ascoltare un labbro chiuso.
Scenderemo nel gorgo muti.

Con questo stato d'animo si avvicinò alla casa e risalì per le antiche scale, come Tobino.
La porta era aperta.
Le assi di legno cigolavano ad ogni suo passo.
Questa casa è una versione in piccolo del Castello di Gothian.


E una degli eredi di Gothian lo stava aspettando là dentro.
I miei occhi si sono abituati all'oscurità.
Marvin sapeva da che parte sarebbe arrivata l'aggressione, eppure ne aveva lo stesso paura.
E' come un incubo ricorrente, una specie di coazione a ripetere.
Sapeva che lei era guidata da un istinto antico, che aveva a che fare con la sopravvivenza.
<<Daenerys, sono disarmato. Ti offro carne incorrotta>>
Le stava offrendo se stesso, secondo le formule di rito.
Silenzio.
So dove ti nascondi. Ma tu non sai che io lo so.
Avanzò lentamente lungo l'atrio, salì le scale cigolanti e nel pianerottolo si diresse subito verso la camera da letto matrimoniale. Lei era lì.



Era bella come una dea, e diafana come un fantasma. Il suo viso era quello di un angelo, ma era un inganno.
<<Daenerys, la mia carne è incorrotta, ma il mio cuore è avvelenato>>
L'erede di Gothian lo guardò con circospezione:
<<Dicono che tu abbia previsto il futuro. Ma le tue visioni ti ingannano, perché io mi comporterò con te esattamente come ho fatto con tutti gli altri uomini>>
Marvin annuì.
Fino ad ora tutto sta andando come previsto.
Si inginocchiò di fronte a lei.
<<Mi sottometto alla tua volontà>>
Lei rimase immobile, osservandolo con attenzione, per capire dove si celasse la trappola.
<<Non c'è nessuna trappola, Daenerys. Tu puoi scegliere se uccidermi o avermi come servitore>>
Non aveva mentito e lei aveva come percepito la sincerità delle sue parole.
<<Marvin Eclionner Vorkidian, io non ho bisogno di servitori. Ne ho già un esercito>>
Tutto era come nella premonizione.
<<Io metterò al tuo servizio i miei talenti. Tu sai bene che sono speciali. Se mi vincolerai col tuo morso di vampiro, i miei talenti saranno tuoi per sempre. Ma se mi ucciderai, nulla si trasmetterà da me a te, se non un cuore avvelenato>>
Daenerys rimase inflessibile:
<<Posso vivere benissimo anche senza i tuoi servigi>>
Marvin mostrò un volto rattristato:
<<Ero pronto a donarti la mia anima, ma se preferisci uccidermi, la mia anima salirà alla Luce imperitura>>



<<E' un dono che non meriti>> disse lei.
Marvin sapeva di essere ancora in tempo per meritarlo.
<<Sono stato assolto da padre Ulume per tutti i miei peccati. Se mi uccidi, il Paradiso mi attende. Se mi accetti al tuo servizio, la mia anima perderà il Paradiso, e rinuncerà all'immortalità in cambio della non morte>>
Daenerys parve quasi invidiarlo:
<<Perché allora vorresti rinunciare al Paradiso per diventare un vampiro al mio servizio>>
Ecco, quello era il punto fondamentale.
Marvin rispose con sincerità:
<<Perché so che io e te insieme potremmo fare grandi cose>>
La divoratrice di cuori sospirò, gli indicò una sedia, e lei stessa si sedette.
<<Ho vissuto per più di mille anni. Ho visto di tutto nella mia vita. Ho provato ogni ebbrezza, ogni emozione. Sono satura di tutto questo. Non mi interessano le tue "grandi cose">>
Marvin sapeva che dalla sua risposta sarebbe dipeso il futuro di tutti:
<<Io ti offro cose nuove. Ti offro la regalità suprema. Ti offro una dedizione incondizionata che contiene in sé i germogli dell'amore. Ti offro tutto ciò che desideri e non hai ancora avuto>>