sabato 30 agosto 2014

Gothian. Capitolo 57. Alienor incontra la Veggente del Monte Konar



Alienor non era entusiasta all’idea di recarsi dall'Oracolo.
«Cosa mi potrà mai dire questa veggente? Che qualcuno mi ha fatto il malocchio e che sono vittima di energie negative?» e si mise a ridere in modo sarcastico.




Lilieth si rabbuiò: 
«Non è argomento di riso! 
La veridica Misao Okawa ha centosedici anni, viene dal Continente Orientale, dalla terra del Sol Levante, ed è la mistica più famosa del mondo, oltre che la persona più longeva vivente su tutta la terra. I suoi oracoli valgono mille volte quelli dei druidi o dei canonici. 
Ma lei non accetta tutti al suo cospetto: solo pochi privilegiati hanno avuto il dono di poterle parlare»
Alienor non aveva mai visto Lilieth così arrabbiata.
Il Pirata, per sdrammatizzare, intervenne con una delle sue battute:
«Su su, adesso ci facciamo un bel viaggetto in barca!»
Lilieth aveva capito di essere stata troppo severa:
«Scusami, Alienor, comprendo i tuoi dubbi e so che ancora stenti a trovare un senso a questo nostro viaggio. Ma è proprio per questo che devi conoscere il tuo ruolo. Soltanto la Veggente può dirti le parole giuste. Solo lei è in grado di leggere nel tuo cuore e di trovare le risposte che cerchi»
Alienor annuì, ma rimase in silenzio.
Alla darsena di Tavisia Vyghar pagò il barcaiolo che doveva condurli alle pendici del monte Konar, lungo il fiume Tavis.



Il canale che collegava la darsena al fiume era molto largo e affollato, la sua acqua era grigia.
Dopo la confluenza, il Tavis, ormai vicino alla foce, appariva come un canale un po’ più grande, che conduceva all’ultimo porto sicuro prima della fine della costa sabbiosa. Dal di lì, verso sud, la costa diventava rocciosa, e il monte Konar si ergeva alto e possente.



Un sentiero sterrato entrava nella pineta alle pendici del monte, lievemente in salita, fino ad arrivare ad una zona erbosa e assolata, dove tra le rocce si poteva scorgere la caverna della Veggente, e alcuni pellegrini che attendevano il loro turno per la benedizione.
«Meglio che aspettiamo che i più se ne vadano. Non voglio che ci mettiamo in mostra» disse Lilieth, e così fecero.
Quando finalmente ci fu un momento di tregua, si avvicinarono all’antro, illuminato da tante candele colorate, e chiesero il permesso di avanzare.
Una voce rauca rispose dall’interno della grotta.


Non erano ancora visibili da lei, ma la sua voce roca disse:
«Sei stata crudele a venire da me, fanciulla dei ghiacci...»
Alienor rimase a bocca aperta:
 «Perché crudele?»
Il respiro della vecchia era come un rantolo:
«Perché io sento tutto il tuo futuro dolore, e mi fa male, terribilmente male tutto questo dolore! Mi ero già strangolata di dolore prima che tu nascessi, nell’anno della Primavera di sangue, quando le tue terre furono messe a ferro e a fuoco! Ma ora soffro ancora di più perché i demoni si sono risvegliati, e a Nord si compiono crudeltà molto peggiori!»



La principessa era rimasta impressionata da quelle parole:
«Di quali crudeltà stai parlando?»
La vecchia si schiarì la voce: 
«Presto giungeranno notizie riguardanti la tua famiglia e il tuo popolo, gli Alfar. Saranno voci contraddittorie, ma ti dirò io cosa è veramente accaduto... e anche cosa dovrà accadere»
Alienor scuoteva il capo, indecisa.
La voce della vecchia assunse un tono imperioso:
«Avanza verso di me, fanciulla dei ghiacci, e siediti, perché ciò che sto per dire non sarà piacevole»
Alienor avanzò lungo la caverna, che si faceva sempre più buia.
Poi ci fu una svolta e finalmente la vide. 



Aveva lunghi capelli bianchi come la neve, e gli occhi erano talmente infossati nel viso rugoso che non si riusciva a capire di che colore fossero.
Alienor tremò.
La vecchia se ne accorse:
<<Hai paura, vero?>>
La ragazza cercò di negare:
<<Sono stata concepita nell'anno della Primavera di Sangue. Sono sfuggita alle grinfie di Ellis Eclionner e di Marigold di Gothian. Sono stata rapita dai pirati e sono ancora loro ostaggio. La mia famiglia e la mia terra sono lontane e sotto assedio. Credi forse che possa aver paura di te e dei tuoi presagi di malaugurio?>>
Il viso della Veggente si contrasse per la sofferenza:
<<Oh, l'Insanguinata Primavera era pur festa se raggelava in morte questa morte! Ah, mia dolce figlia dell'estate, che ne sai tu della paura? La paura è per l'inverno, mia principessa, quando la neve cadrà per cento piedi e il vento ghiacciato giungerà urlante dall'estremo Nord! La paura è per la Lunga Notte, quando il sole nasconderà il suo volto per più anni, e i figli nasceranno e vivranno e moriranno nelle tenebre, mentre i vampiri cresceranno feroci e affamati e i morti viventi cammineranno oltre le montagne>>



Chinò il capo, come per ritrovare compostezza e concentrazione:
«Sta già accadendo, mia povera principessa. La roccaforte di Alfarian è caduta. Caduta per sempre»
La principessa scosse il capo:
«No, non è possibile! Alfarian è inespugnabile! Potrebbe resistere per anni all'assedio degli Albini di Gothian!»
La Veggente alzò la mano grinzosa:
«Tradimento! Qualcuno ha tradito»
Alienor non si dava pace:
«Chi! Voglio i nomi!»
La vecchia alzò un dito artigliato:
«Un solo nome. Ser Gahel Udsen di Laendrics, che si è venduto a Fenrik da molto tempo. La regina, tua madre, aveva concesso a Ser Gahel i pieni poteri, ma è stata mal ripagata per il suo favoritismo» 
La principessa non sapeva se biasimare di più Ser Gahel o la propria madre:
«Che ne è stato di lei?»
La vecchia sospirò:
«Non è morta, ma ora la regina sei tu»
Alienor era sconcertata: 
«Ma se hai appena detto che mia madre è viva, perché dovrei essere io la regina?»
La vecchia scosse il capo, sospirando:
«Non ho detto che è viva. Ho detto che non è morta! Mi capisci? 
Non-morta!»
Alienor comprese.



Il Conte di Gothian deve averla trasformata in vampiro.
Le era stata concessa una scelta? Aveva avuto almeno la possibilità di sottrarsi con la vera morte a quel tremendo destino?
La vecchia parve averle letto nel pensiero:
«Tua madre ha ceduto alla persuasione del Conte di Gothian. 
Non è facile resistergli. 
Lord Fenrik è  qualcosa di più di un semplice vampiro. 
E' il loro Principe, figlio del demone Gothar, Signore dei Ghiacci.
 Gli iniziati agli Arcani Supremi sanno che Gothar è detto "il Consigliere", perché le sue parole sono tenute in alta considerazione persino dal supremo Ahriman, Dio del Male!»
Solo in quel momento Alienor si rese conto delle implicazioni di quanto le aveva detto l'Oracolo.
«Che cos'ha fatto Fenrik a mio padre? E ai miei fratelli minori? Dimmelo!»
La donna assunse un'espressione in cui la sofferenza si mescolava alla pietà:
«Il re è morto... ucciso in battaglia. Almeno gli è stata risparmiata la sorte della metamorfosi. I tuoi fratelli sono ad Elenna sul Dhain, sani, ma in ostaggio del Conte.
Ma anche se Fenrik adesso si fa chiamare Re ed ha sposato tua madre, ricordati che la vera Regina sei tu!»


Alienor avrebbe voluto urlare, ma le uscì solo un lamento sommesso: 

«No... no, mio padre no... non lo posso accettare. 
Fino ad ora avevo sopportato tanta sofferenza perché pensavo che ci fosse una casa e una famiglia a cui tornare! 
Ma adesso? Cosa mi resta? Per cosa ho sofferto?
E' stato tutto per nulla, dunque? 
Le candele accese nei santuari, che sbiancavano lente, e l'orizzonte in fuga, le attese, i pegni e i lunghi addii? 
Tutto per nulla? 
Tutto per ritrovarmi qui, in una lugubre spelonca nell'attesa dell'orda?»

Rimase immobile, come se fissasse qualcosa che le si era posato sulla mano.
Non riusciva nemmeno a piangere, perché quando il dolore è troppo grande, persino piangere diventa impossibile.



A quel punto la Veggente le pose una mano sulla fronte, chiuse gli occhi ed entrò in trance, nella condizione dell'Awen, come posseduta da uno spirito, e parlò con voce distante:
 «Alienor, regina di Alfarian, ascolta il tuo destino.
Per ottenere qualunque cosa dovrai passare attraverso il suo contrario.
Per salvarti dovrai esporti al rischio. 
Per salvare il regno del Nord, dovrai scendere al Sud. 
Per vendicare tuo padre, dovrai dimenticarti di lui.
Per liberare il tuo popolo, dovrai correre in soccorso a un altro popolo.
Per trovare il tuo sposo dovrai prima sposare un altro uomo, suo nemico.
Per ridare pace a questo mondo, dovrai combattere a lungo. 
Per far rinascere la speranza dovrai passare attraverso la disperazione, 

perché solo conoscendo il Male potrai riconoscere il Bene ed averne la sua alleanza. 
Tutto si conosce dagli opposti, e l’universo intero si regge su questa eterna condizione. 
E' la legge degli Arcani Supremi.
Ora sai per cosa devi vivere!»

Poi la vecchia improvvisamente gridò: 
«L’acqua che brucia!»



Alienor non capiva:
«Che significa?»
L'Oracolo continuava ad urlare:
«L’acqua che brucia! Devi temere l'acqua che brucia... è lei... ah... il fuoco mi divora… vattene bambina del sangue... non posso più sopportare questa sofferenza... addio, fanciulla dei ghiacci, solo tu puoi spegnere l'acqua che brucia… l'acqua che brucia...»
E il suo corpo si afflosciò.
Alienor si accorse che dietro di lei c'era Lilieth, la quale tastò subito il posto alla donna:
«E' viva, ma questo vaticinio l'ha quasi uccisa. Dobbiamo andarcene, non può resistere a lungo in queste condizioni»
Corsero fuori dalla grotta e lungo i sentieri.
Quando arrivarono, affannate, nella pineta, si gettarono a terra.
Alienor era distrutta, ma ora che conosceva come stavano le cose, per la prima volta nella sua vita, aveva finalmente chiara la sua missione, conosceva il suo posto nel mondo e sapeva ciò che avrebbe dovuto portare a compimento, prima di poter ottenere quello che in fondo, alla fine, cerchiamo tutti, e cioè il permesso di morire in modo onorevole.

Gothian. Capitolo 56. Marvin si dirige verso le sorgenti dell'Amnis



La missione era cambiata.
Erano partiti per liberare Alienor di Alfarian, ma nel frattempo il Regno degli Alfar era stato invaso dai vampiri del Conte Fernik.
A questo punto la priorità è diventata un'altra: come salvare la Federazione Keltar dalla calata degli Albini del Conte di Gothian?
Marvin e la sua compagnia avevano reclutato un contingente militare notevole, sotto il comando di Ser Ywain de Bors, e si erano messi a disposizione dell'Arciduca e del generale Brannos Tork, comandante dell'esercito dei Keltar.
Ma tutti sanno che io ho le memorie di re Vorkidex Pendragon nella mia mente: si vede da come mi guardano. C'è quasi venerazione nei loro occhi. Li ho sentiti sussurrare: "E' il principe che ci fu promesso".
Ora Marvin, grazie alle Altre Memorie del suo antenato, era divenuto un guerriero, e aveva ricevuto in dono dall'Arcidruido l'armatura del re.
Ma non la spada di acciaio lunare. Quella me la consegnerà Vivien la Fata, alle Sorgenti dell'Amnis.
Era tutto come nel suo antico sogno.
L'unico passo montano che permetta ad un esercito di arrivare da nord nel territorio dei Keltar è quello che passa di fianco alle Sorgenti dell'Amnis. 



Il conte Fenrik deve per forza passare di là.
Prima di partire, bisognava però chiarire alcune cose.
Bisognava capire se dagli altri Ducati della Federazione Keltar sarebbero giunti dei rinforzi.
Era necessario quindi mandare dei messaggeri e ripristinare la viabilità delle zone a nord dell'Amnis, per favorire l'accampamento di truppe e l'allestimento dei soccorsi per gli Alfar in fuga.
Ser Yvain de Bors, che voleva riscattarsi dall’onta del tradimento di suo padre il Duca Gallrian, accusato di essersi venduto a Lady Marigold di Gothian, dimostrò una maturità che fino a quel momento non si era ancora manifestata.
Diventerà il mio braccio destro!



«I vostri soldati saranno l'avanguardia della spedizione» disse il Generale Tork a Ser Yvain, durante la riunione, a cui tutta la delegazione amnisiana partecipava «mentre i druidi e i diplomatici dovranno essere utilizzati come messaggeri, anche perché altrimenti sarebbero solo delle bocche in più da sfamare, e non abbiamo molte riserve di cibo»
«E’ vero» assentì Ser Yvain «ma cosa ne sarà dei preti Lathear?»
Il generale rispose senza alcuna esitazione:
«Sono tutti adepti della Grande Canonica, bruciata da lady Marigold. La odiano più di noi, e appoggiano il principe Masrek Eclionner, che ora si trova a Tadna e ci ha offerto l'appoggio delle sue cinque legioni»



Nel frattempo gli altri componenti della compagnia partita da Aminisia si stavano organizzando.
Il druido Gwydion, su ordine dell’Arcidruido, aveva chiesto di partecipare alla missione diretta a nord-ovest, quella guidata da Marvin, dove c’erano le basi più importanti della Resistenza dei Keltar, nella foresta di Broceland e dove si trovava anche l'imboccatura della valle che portava alle sorgenti dell'Amnis.
Gwydion si rivolse a Marvin:
«Alienor sta andando a sud, ed è ormai oltre la Sublime Porta. Il suo destino va in direzione opposta al nostro. Un giorno forse tu e la principessa vi incontrerete realmente, ma per ora le vostre strade si dividono...



Dovremo reclutare i Keltar settentrionali, specie quelli delle Highlands, e non sarà facile, specie quando si renderanno conto di dover combattere a fianco dei legionari Lathear»
Marvin appariva comunque sicuro di sé:
«Quando parlerò a loro con la voce di Vorkidex, capiranno che sono il Figlio dei Cento Re, il Principe promesso, il Profeta di cui parla la canzone della Luce e delle Tenebre!
A ratificarlo sarà la divina Vivien, la Signora delle Sorgenti»




Marvin si entusiasmò:
«Le sorgenti del Grande Fiume! I miei sogni si stanno avverando! »



Gwydion rimase serio:
«E' mio dovere avvertiti su due questiono.
La prima è che non tutti quei sogni ti piaceranno, e la seconda è che non devi avere troppa fretta nel cercare di realizzarli. 
Tu puoi vedere più in là di noi, è vero, ma questo potere potrebbe travolgerti, se affrettassi troppo i tempi della presa di coscienza. 
Ci vuole gradualità»
Marvin era d'accordo:
«Halfgan mi parlò di un luogo dove nemmeno la visione dei druidi può arrivare. Che cos’è questo luogo?»
Il druido aspettò prima di rispondere e poi disse:
«Qualcuno potrebbe chiamarlo "l'Intuizione Pura" del Noumeno, della cosa in sé. In un certo senso è come se ti fosse concesso di vedere il supremo Ahura Mazda»


La contemplazione di Dio, o meglio del Dio del Bene!
«Che rapporto c'è tra la luce di Ahura Mazda, quella di Belenos e quella di Atar?»
Il druido scosse il capo:
 «Ahura Mazda è energia positiva allo stato puro. Belenos è l'intelligenza celeste che trasforma quell'energia nella luce delle stelle e quindi anche del nostro sole, a cui presiede il signore Lugh,
Atar invece è il Signore del Fuoco e la sua natura è ambivalente. Alcuni lo venerano per i suoi effetti benefici, altri per i suoi poteri distruttivi.
Nel Necronomicon sta scritto che Atar è un demone, e che il suo Fuoco Segreto è in grado di risvegliare i morti. Per questo ci possono essere tre categorie: i vivi, i morti ed i non-morti
Questi ultimi sono al servizio del signore Gothar e di suo figlio Fenrik»
L'Arcidruido Fingal, che li aveva raggiunti, confermò quanto il suo allievo aveva detto.
Poi domandò a Marvin se aveva altri dubbi.
Le domande teoriche erano tante, ma preferì dare spazio alle questioni più concrete:
«Quando sarò di fronte a Vivien, dovrò pronunciare qualche frase rituale?»
Il vecchio annuì:
«Dille che l'attesa è finita. Dille che sta arrivando il Regno dell'Estate!»
L’Arcidruido ebbe un attimo di commozione:
 «Ho avuto il privilegio di vederti e di conoscerti, Marvin Vorkidian, principe promesso, iglio di Cento re» e poi, rivolto verso il cielo, disse:
«Belenos, grazie per avermi fatto vivere tanto a lungoperché i miei occhi hanno visto il Profeta!» e poi declamò, come già aveva fatto la prima volta che si erano incontrati:
«Ora lasciate, o Dei, che il vostro servo vada in pace secondo la vostra parola, perché i miei occhi hanno visto la nostra salvezza, preparata da voi per secoli  davanti a tutti i popoli, come una luce sorta per illuminare le genti e per la maggiore gloria del popolo dei Keltar»






Gothian. Capitolo 55. Ellis e Masrek vanno a Nord




Ellis Eclionner e suo fratello Masrek avevano guidato le loro cinque legioni di miliziani Lathear verso Nord, lungo la via Coloniale, fino al fiume Amnis. 
I Keltar ci hanno lasciati passare. 
Del resto, siamo l'unico baluardo contro le orde dei vampiri del Conte di Gothian.
Non erano entrati a Floriana, per rispetto verso la Federazione Keltar e l'Arciduca, il quale li aveva esortati a seguire la strada che costeggiava il grande fiume fino al porto di Tadna.


Erano stati informati che lì, in una locanda, li attendeva in incognito una delegazione di pirati dell'Alleanza di Tupile, insieme ad alcuni mercenari di Terramara, agli ordini di Sephir Eclionner.
Insomma, tutta la feccia della pianura amnisiana sta convergendo qui. E anche Marvin è vicino. Lo sento. Posso percepire la sua paura.
E' anche la mia stessa paura: i vampiri di Gothian sono arrivati alle pendici delle montagne. Se non li blocchiamo al passo di Caemlyn, dilagheranno nella pianura amnisiana.
 Ellis aveva deciso di mandare in avanscoperta l'unico diplomatico di cui si fidava, ossia Padre Ulume, nuovo Priore della Grande Canonica, la cui fama di esorcista era ben nota in tutto il continente, specie in quei tempi oscuri.
Se non fermiamo Lord Fenrik, tutto ciò che di buono c'è al mondo sarà spazzato via.
I due fratelli Eclionner si erano a tal punto camuffati che sembravano tutto tranne che illustri esponenti della dinastia imperiale.
Ellis teneva i capelli raccolti sotto un cappuccio pesante.



Il borgo di Tadna era di medie dimensioni, ma non aveva mura: era un porto franco, che per unanime delibera delle potenze in guerra doveva rimanere neutrale ed essere quindi lasciato fuori da ogni tipo di evento bellico. 
Di fatto era diventato il centro di tutte le trattative della zona.



Durante il viaggio i due fratelli non si erano detti quasi nulla, perché le cose essenziali erano già state dette e ognuno dei due aveva molto su cui riflettere.
Le notizie che erano arrivate, una dopo l'altra, riguardo alla caduta in disgrazia di Fuscivarian e Tucker e alla sempre maggiore influenza dell'imperatrice Marigold nelle decisioni di Elner XI, erano molto preoccupanti.
Sono riuscita a sottrarre loro ben quindici legioni, eppure anche così Elner e Marigold sono una minaccia. 
Se solo fossi stata una madre migliore per Elner!
Avrebbe dovuto convivere con quei sensi di colpa per tutta la vita, come già conviveva con i fantasmi di tutti coloro che erano morti a causa sua.
Anche Masrek pensa le stesse cose. Il figlio nato dal nostro incesto e rovinato dalla mia invadenza. Questa consapevolezza crea un solco tra noi: una distanza ci divide.
Nonostante la nebbia mattutina, il ponte di Tadna era visibile grazie all'illuminazione di alcuni fari. Dall'altra parte si potevano vedere abitazioni modeste, di pescatori, di traghettatori, di piccoli mercanti o artigiani o allevatori.
C’erano varie osterie e trattorie, e alcune locande.
Il priore Ulume aveva dato loro appuntamento alla Locanda del Bidente, situata proprio nell’estrema propaggine della confluenza dei due fiumi, dove c’erano un’ampia spiaggia e un porticciolo, e dall'altra parte, i boschi e le montagne.



Attraversarono la via centrale del villaggio senza problemi: si vedevano individui di ogni genere e stirpe, a riconferma dell’indipendenza e neutralità di Tadna.
La piazzetta del mercato era gremita di gente, così come il mercato del pesce, da cui provenivano odori nauseabondi.
Si vendevano non solo anguille, lucci e pregiati storioni, ma anche i giganteschi e poco saporiti siluri, lunghi due metri e capaci di mangiarsi un cane in un sol boccone.


Ellis si sentiva venir meno dalla nausea… non aveva mai sopportato l’odore del pesce, ed era decisamente una carnivora.
Gli Eclionner più puri sono tutti carnivori voraci. Si pensa che addirittura Sephir I il Crudele fosse un mangiatore di carne umana. Non me ne meraviglierei, considerate le migliaia di persone che ha condannato a morte.
Per un attimo ebbe come l’impressione che ci fosse un legame tra la natura carnivora e persino cannibale degli Eclionner e le leggende secondo cui gli Albini dell’estremo nord fossero dei vampiri.
Qualcosa ci lega, un filo rosso scuro come il sangue.
Arrivati alla locanda, entrarono e rimasero quasi soffocati dal fumo del camino, dove ardeva una legna resinosa il cui effluvio si mescolava con i brodetti di gamberi di fiume.
Ellis si scostò il cappuccio del mantello.



Lei e Masrek si guardarono intorno e nell’angolo più oscuro del salone, quasi mimetizzato, sedeva il prete dalla pelle nera come l’ebano, vestito però da mercante venditore di cianfrusaglie, come se ne vedevano tanti provenire dall’estremo sud.
Sappiamo così poco dei Neri del regno di Jandola. Forse un giorno potranno aiutarci. Ulume è l'unico che può fare da tramite con loro.
Andarono a sedersi vicino a lui, senza dare nell’occhio.
Ulume fece loro segno di accomodarsi e li salutò con fredda cortesia, ricambiata allo stesso modo.
«La mia missione ha avuto successo» esordì Ulume «ho convinto l'Alleanza di Tupile e i miliziani della Piovra ad unirsi a noi, ma non so se gli obiettivi di Sephir e i vostri siano gli stessi»



Ellis sospirò:
«Abbiamo alcuni obiettivi comuni, primo tra tutti quello di convincere Marvin Vorkidian a collaborare con noi. Nostro padre, secondo quel che dice il principe» e con un cenno della testa indicò Masrek, che osservava la scena con aria cupa «è d’accordo, perché ritiene che ormai re Vorkidex si sia risvegliato nella mente di Marvin, e non sarebbe prudente averlo come nemico»
Ulume la guardò con occhi minacciosi: 
«Se così fosse, adesso il ragazzo sarebbe come Vorkidex Pendragon a tutti gli effetti. Un gramde re, e un valoroso guerriero! E anche Arexatan presto si risveglierà in lui!»
Questo ad Ellis non piaceva affatto:
 «E’ ovvio che dovremo aiutarlo a tenere a bada le memorie di Arexatan, altrimenti rischia di cadere anche lui vittima della Dama Gialla»
Ulume annuì: 
«La Dama Gialla ha commesso molti errori, tra cui bruciare la Grande Canonica. Ma lo spirito di Mollander vive ancora e non si darà pace finché Marigold non sarà punita!»
Ellis non aveva dubbi che la vendetta di Mollander sarebbe stata terribile, e questo la spaventò:
 «Marigold ora controlla totalmente mio figlio Elner. Io devo sapere se posso salvarlo. Padre Ulume, c'è qualche speranza per lui?»


Ulume scosse gravemente il volto:
 «Per un principe del sangue nato da genitori non imparenti, forse si sarebbe potuto fare qualcosa, ma per il figlio dell'incesto tra fratelli carnali...  niente!»
Ellis corrugò la fronte, disperata: 
«Non posso accettarlo!»
Ulume sospirò: 
«E' nato nel dolore, mia signora!  Un'ombra che porterà con sé per tutta la vita. Il priore Mollander vi aveva avvertito: Elner non sarebbe mai dovuto nascere»
Ellis chinò il capo.
Masrek le strinse la mano, e questo bastò per ridarle la forza di affrontare tutto quel male che il destino aveva messo sulla sua strada.
Prima di prendere congedo da loro, Ulume disse:
«Per il momento, comunque, la priorità è trovare alleati tra i Keltar per contrastare il crescente potere di Fenrik di Gothian» 
Il solo evocare quel nome fece correre un brivido di paura nella schiena di Ellis.
Quando Ulume se ne fu andato, finalmente ella poté lasciarsi abbracciare da Masrek, e tutto le parve come se fossero tornati adolescenti.



Trovarono alloggio in una camera della stessa locanda.
Fecero l'amore, con più passione di quanta ce n'era mai stata prima, come se fosse l'ultima volta.
Poi Ellis scivolò in un dolce sonno.
Sognò sua madre, Wensy Fujivarian, la dolce principessa della corona, morta da tanti anni, anche per causa sua.
Le disse parole di conforto: 
"Ellis, ti perdono tutto, e di tutto ti chiedo perdono"
Si riferiva al fatto che aveva sempre preferito Masrek a lei e quando se n'era resa conto era stato troppo tardi.
Ellis avrebbe voluto abbracciarla, ma sua madre era ormai puro spirito.
Eppure quel colloquio era stato reale.
E benefico.
Il mattino dopo, al risveglio, per la prima volta dopo tanto tempo, non sentì il peso della sua coscienza.



Gothian. Capitolo 54. Il conte Fenrik sposa la Regina degli Alfar


        
La rocca di Alfarian era caduta in mano agli Albini di Gothian senza opporre alcuna resistenza, a causa del tradimento di Ser Gahel, capitano delle guardie, amante della regina Alyx e spia del Conte Fenrik.
         Il Conte in persona si era insediato da padrone nella reggia e aveva subito convocato la regina degli Alfar al suo cospetto.
Quando l'aveva visto, Alyx si era meravigliata. Si era aspettata un orribile vecchio e si era invece trovata di fronte ad un uomo giovane, per quanto albino, e con un fascino che lo rendeva persino attraente.
Ma dietro doveva esserci una spiegazione legata alla sua natura di vampiro.
E' il sangue che ha bevuto... lo ha fatto ringiovanire! 
Il Conte le aveva concesso di sedersi al suo fianco, segno di grande onore, e aveva ordinato ad una ancella di portare da bere.
«Scusate se non mi unisco a voi, Maestà, ma io non bevo… vino»
Quella pausa tra le due ultime parole aveva tolto i residui dubbi circa la natura di Lord Fenrik.
La regina però non ne aveva paura.



«Parlate pure liberamente, Lord Fenrik. Non ho intenzione di oppormi ai vostri disegni»
Il Conte parve compiaciuto:
«Mi compiaccio per la vostra ragionevolezzaLady Alyx. Del resto il mio esercito ha interamente conquistato il Regno degli Alfar. Io stesso ho guidato i miei Albini in battaglia contro re Kerelik, e l'ho affrontato in duello. Potete mettere da parte le richieste di annullamento del matrimonio: ora siete vedova»
Alyx accolse la notizia con sguardo complice:
«Io vedova, e voi divorziato... se le voci su Lady Marigold sono vere...»
Il Conte si era fissato le unghie per un po' prima di rispondere:
«Ha commesso un errore e lo pagherà caro. Ma almeno ora anch'io posso risposarmi»
Alyx aveva capito subitdove Fenrik voleva andare a parare. 
In quanto a cinismo sembravano fatti l'uno per l'altra.
Senza dire nulla si era tolta il mantello e si era avvicinata a lui con le mani tese in segno di sottomissione.



Il Conte non era uomo di grandi passioni, e anche se era nota la sua predilezione per le bionde donne Alfar, sapeva distinguere tra un tentativo di seduzione ed un contratto di matrimonio.
«Accetto la vostra sottomissione, Lady Alix, e vi propongo un accordo»
La regina aveva sorriso. 
I vampiri conoscono un solo tipo di accordo.
Desiderava l'eterna giovinezza e non aveva più nulla da perdere. 
«Lady Alyx, vi offro il dono della vita eterna su questa terra. In cambio voi dovrete sposarmi e riconoscermi come legittimo sovrano»
C'era un'unico punto su cui Alyx doveva contrattare:
«Che ne sarà dei miei figli?»
Il Conte parve ricordarsi solo in quel momento che Alyx aveva tre figli.
«Farò loro un'offerta che non si può rifiutare» 
La regina conosceva i suoi figli. L'unica che avrebbe potuto creare dei problemi era Alienor, che per fortuna si trovava a sud.
Alyx aveva annuito e poi aveva scoperto il collo pallido, offrendolo al morso del vampiro.
Fenrik, senza alcuna esitazione, l'aveva addentata in modo così violento e profondo che l'emorragia l'aveva portata rapidamente ai confini della morte.
Il Conte aveva poi sollevato la bocca dal fiero pasto e mentre la teneva tra le braccia, aveva recitato una formula solenne:
 «Io sono la resurrezione e la vita. Chi crede in me, anche se morto, vivrà. Chi vive e crede in me non morirà in eterno»



Con un coltello si era fatto un piccolo taglio, da cui era gocciolato un sangue nero e gelido, che egli raccolse in una coppa dorata.
Era il suo santo Graal.
«Questo è il calice del mio sangue, per la nuova ed eterna alleanza, versato per voi e per tutti i remissione dei peccati. Prendete e bevetene. Fate questo in memoria di me»
Alyx aveva bevuto senza protestare.
Il Conte allora si lasciò andare alle confidenze:
 «Io sono il Principe dei non-morti, e mio padre è il Signore dei ghiacci, Gothar, detto il Consigliere, perché il supremo Ahriman, Dio del Male, ascolta lui, prima di ogni altro demone.



Che dunque il potere dei ghiacci si unisca a quello del sangue nel donarti l'eterna giovinezza, in nome di Gothar il Consigliere»
Appena la regina aveva deglutito il sangue denso e freddo del Conte, i suoi tessuti organici si erano interamente rigenerati, ed ella aveva ritrovato le forze.
E la giovinezza.
Era come se si fosse destata da un sogno. 
Quel sogno era la mia vita. 
Da quel momento era incominciata la non-morte. 
E le piaceva. 
Il Conte l'aveva aiutata a rimettersi in piedi.
«Ora, mia cara Alyx, dobbiamo formalizzare la nostra alleanza e la nostra unione. Chiamate un notaio e quattro testimoni. Non ci vorrà molto»
Alyx aveva eseguito tutto senza protestare, ma si era presentata con un singolare abito da sposa, indossando come corona un trofeo di caccia di qualche defunto antenato. L' "abito da sposa" non era da meno. In fondo, era pur sempre il suo matrimonio!
 Ed ora sono sua moglie, e ne sono felice! 



Fenrik aveva apprezzato, con un lievissimo, ma inequivocabile sorriso.
L'aveva poi condotta senza preamboli in camera da letto.
Per rendere valido il matrimonio, bisognava consumarlo. 
Fenrik si era rivelato un amante insospettabilmente vigoroso. 
Marigold è stata una sciocca a lasciarlo.
Si rivolse verso il suo sposo.
«Ora che faremo?» gli chiese Alyx mentre lui si rivestiva.
La risposta di Fenrik non si fece attendere:
«Andremo a sud, nella Federazione Keltar. Farò a Marvin Vorkidian un'offerta che si non può rifiutare...»



Manieri e castelli


Portumna Castle, Ireland

Charlecote Park; sotto Castle Franconville

Kilkenny's Castle, Ireland




Leeds Castle, UK

Moyland Castle, Germany

Dragon Castle, Schloss Drachenburg, Germany 

Caerlaverock Castle in Scotland 

Kew Palace

Alcázar de Segovia