lunedì 20 giugno 2016

Gli Iniziati di Estgoth. Capitolo 52. Il Vallo di Nordgoth e la Frontiera di Gothian








<<Io sono un uomo all'antica>> disse Waldemar alle sue truppe <<e credo ancora nel concetto di Frontiera, e nella sua difesa dallo straniero.

Così come i muri di una casa servono per difendere la sicurezza e la riservatezza di chi ci abita, così le frontiere servono per difendere i cittadini di uno stato dalle invasioni straniere. E' un concetto ovvio, ma che oggi sulla Terra è fuori moda.

Però qui non siamo sulla Terra.

Qui siamo alla frontiera che divide il Regno degli Alfar dalla Contea di Gothian e il nostro compito è far sì che nessuno dei Vampiri di Gothian o degli altri popoli al loro servizio oltrepassi il confine che fu stabilito ai tempi dell'Antico Patto>>

Non era un compito facile.

Waldemar lo sapeva fin troppo bene.
La Contea di Gothian era delimitata da un lunghissimo Vallo, costituito da una muraglia eretta lungo il circolo polare artico, e da una serie di fortezze che dominavano le alture.

Questo sistema di protezione, chiamato "il Vallo di Nordgoth", era stato costruito dagli Alfar dopo che l'Antico Patto aveva relegato i vampiri di Gothian nella zona del circolo polare.

Poi però c'era stata una imprudente epoca buonista nella politica degli Alfar e il Vallo era stato lasciato decadere, fino a rimare sguarnito e indifeso.

Ne aveva approfittato la bassa manovalanza dell'esercito di Gothian, e cioè gli Ogres, i Goblin e da altre creature sottomesse all'aristocrazia Albina dei Vampiri, che nel giro di pochi anni si erano impadroniti della muraglia e di tutte le sue fortezze.





Waldemar aveva ordinato di accamparsi in una delle ultime foreste, prima della taiga e della tundra che si estendeva ai confini del Vallo.
Questa è la Frontiera e fintanto che ne esiste una, noi la difenderemo!

Quella notte, Waldemar non riusciva a prendere sonno.
Gli ululati dei lupi erano insistenti e angosciosi, come la cognizione del dolore.
Ma c'era in loro anche una nota di tristezza, quasi di nostalgia di cose passate, di cose perdute.
Perdute per sempre...

Non erano solo il freddo e il buio a rendere inospitale quel luogo.
C'era come una cappa di piombo che gravava su tutto.
Qui il Male ha affondato le sue radici più in profondità che in ogni altro luogo, e il suo albero avvelena l'aria e la mente.
Ogni fortezza che presidiava i confini della Contea di Gothian era un avamposto di quel male tentacolare.
Eppure dobbiamo abituarci, se vogliamo sopravvivere.







Un senso di pesantezza e di tetraggine lo angustiava nel dormiveglia.
Stava sognando eppure non era del tutto addormentato.
Com'erano i suoi sogni?
I dolci sogni sono fatti di questo; ognuno desidera qualcosa. Alcuni desiderano usarti, altri desiderano essere usati da te. Altri desiderano abusare di te, altri ancora desiderano essere abusati,
Dall'altra parte di quelle mura c'erano coloro che volevano abusare di lui.

Erano arrivati i rinforzi che il Consigliere Albedo aveva ottenuto dal Consiglio degli Iniziati.
Si trattava di truppe giovani e coraggiose.

Troppo coraggiose! L'eccesso di sicurezza è più pericoloso dell'insicurezza stessa.

Poteva percepire un senso di forza tra i nuovi arrivati.
Un senso di sicurezza, quasi di trionfo, forse persino di contentezza di combattere.

Io ho conosciuto la guerra, e so che non è un gioco. Questi giovani invece hanno fatto simulazioni. 

Aveva pietà di loro.
Greta gli aveva chiesto il perché.
<<Sono sicuri di sé e desiderosi di combattere. Vedo in loro molto entusiasmo. Ma tu sembri avere pietà di loro. Perché?>>
Waldemar l'aveva fissata con l'aria di chi vede più in là del presente:
<<Perché non durerà!>>
Era vero.
Niente dura per sempre. Il tempo mescola le carte, ogni singolo giorno, ogni singolo istante.
Greta aveva sospirato:
<<E' la tua esperienza nella guerra in Iraq che ti fa dire questo?>>
Waldemar aveva continuato a fissare le mura di Nordgoth e il mondo ghiacciato al di là di esse:
<<Per quanto addestrati, i nostri ragazzi sono pur sempre Figli dell'Estate. 
Quando avranno a che fare con i Signori del Ghiaccio, si renderanno conto di che cos'è la paura. Che il Signore Atar dia loro la forza di mantenere vivo il Sacro Fuoco che arde nei loro cuori, in un mondo che si raggela>>
Greta lo aveva fissato con aria pensosa:
<<E adesso cosa faremo? Attaccheremo o aspetteremo che ci attacchino loro?>>
Si trattava più che altro di una domanda retorica, dal momento che nessuno poteva violare apertamente l'Antico Patto tra i Signori degli Elementi.
<<Loro stanno già cercando di penetrare nel Regno degli Alfar in maniera subdola, di nascosto, come pellegrini o raminghi. Questo non deve più succedere.
Per questa ragione faremo l'unica cosa che possiamo e dobbiamo fare, e cioè presidiare la frontiera, fintanto che ne esiste ancora una!>>