giovedì 2 marzo 2017

La liberazione di Palmyra







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L'offensiva dell'esercito siriano per liberare la città di Palmyra dall'Isis, dopo anni di scontri che hanno visto la città passare di mano più volte, è iniziata il 13 gennaio 2017 e si è conclusa trionfalmente il 2 marzo successivo, con un successo che potremmo considerare definitivo.
In questo stesso momento, le truppe corazzate del presidente Assad stanno prendendo il controllo del centro cittadini, mentre i miliziani dell'Isis sono in fuga.
Lo Stato Islamico è ormai al collasso: assediato persino nelle sue roccaforti di Raqqa e Mosul, schiacciato tra l'alleanza filo-russa di Assad e l'alleanza filo-americana dei Curdi del Rojava.
Grandi sconfitti, in questo scenario, sono la Turchia e l'Arabia Saudita, i due paesi che hanno supportato i fondamentalisti islamici sunniti in Siria, appoggiando in maniera aperta il Fronte Islamico di Al-Nusra e Al-Qaeda, che attualmente controlla l'Emirato di Idlib, e in maniera segreta il Califfato Islamico dell'Isis, fino a quando la nuova amministrazione americana di Donald Trump ha apertamente costretto Erdogan a prendere posizione contro il Daesh.
Resta comunque l'interrogativo su cosa succederà adesso nel bollente fronte nord della guerra, dove i Turchi hanno attaccato i Curdi siriani del Rojava, che hanno subito stretto un patto con Assad e Putin.
L'amministrazione americana sta facendo pressioni su Erdogan affinché eviti un massacro inutile , ma si sa che il Sultano turco, al pari dell'Emiro di Idlib e del Califfo dell'Isis è diventato una sorta di cane sciolto, che ha bisogno di tenere impegnato l'esercito per evitare altri colpi di stato.
Una cosa è certa: i prossimi giorni saranno incandescenti, perché ormai il fronte sunnita e quello sciita sono pronti per la battaglia finale, dopo 1200 anni di scontri per il controllo del Medio Oriente.

Belligerents
 Russia
 Iran[1]
Allied militias:
 Liwa Fatemiyoun[1]
 Liwa Zainebiyoun[1][2]
Kata'ib al-Imam Ali[1]
 Hezbollah[3]
Islamic State of Iraq and the Levant Islamic State of Iraq and the Levant
Commanders and leaders
 Maj. Gen. Suheil al-Hassan[25]
(leading operations commander)
 General Hassan Daboul [26]
(Homs Chief of Provincial Military Security Unit)
Islamic State of Iraq and the Levant Shaher al-Hassan [27]
(ISIL emir)
Units involved
 Liwa Fatemiyoun
  • Hazrat-e Abolfazl Brigade[1]
 Hezbollah
  • Radwan Forces[36]
  • Syrian Hezbollah units
    • al-Ridha Forces[36]
    • al-Ghalibun[28]
    • Imam Mahdi Brigade[28]
Military of ISIL
Strength
4,000+ soldiers[34][35]
  • 1,000 reinforcements from Latakia[35] (since 11 February)
  • 900+ Military Shield reinforcements[33] (since 23 February)
4,000–5,000 militants[37]
Casualties and losses
Syria Unknown
Russia 4 killed[38]
Unknown

Syrian troops have pushed into Palmyra as they battle to retake the iconic city from the Islamic State group, but their advance was slowed Thursday by landmines laid by retreating jihadists.
Bolstered by Russian air strikes and ground troops, Syrian government forces have been battling through the desert of central Syria for weeks to reach Palmyra.
The city has traded hands several times during Syria's civil war and become a symbol of IS's wanton destruction of cultural heritage in areas under its control.
The jihadist group first seized Palmyra in May 2015 and began to systematically destroy and loot the UNESCO world heritage site's monuments and temples. IS fighters were driven out in March 2016 but recaptured the town last December.
The latest offensive to retake the city saw government forces break through its western limits late Wednesday, forcing IS fighters to retreat into eastern districts, according to the Syrian Observatory for Human Rights.
"IS withdrew from most of Palmyra after laying mines across the city. There are still suicide bombers left in the eastern neighbourhoods," Observatory head Rami Abdel Rahman told AFP on Thursday.
"Government forces have not yet been able to enter the heart of the city or the eastern parts," he added.
They have also not yet entered the celebrated ruins that make up the southwestern part of the city.
"There are no IS fighters left in most of the Old City, but it is heavily mined," Abdel Rahman said.
The Syrian Armed Forces, backed by Russian airstrikes, managed today to fully recapture the ancient city of Palmyra following weeks of fierce battles with the Islamic State terror group, the Kremlin just announced.
Russia’s President, Vladimir Putin, was briefed about the good news from Syria from Russian Defense Minister Sergey Shoigu.
The historical city was re-taken by the Syrian Army in last March. However, the ISIS terror group re-entered the city in December 2016.
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La situazione nel nord della Siria è esplosiva: la Turchia ormai è in guerra contro tutti



Lo Stato Islamico è ormai al collasso: assediato persino nelle sue roccaforti di Raqqa e Mosul, schiacciato tra l'alleanza filo-russa di Assad, che sta nuovamente riprendendo il controllo di Palmyra e l'alleanza filo-americana e filo-europea dei Curdi del Rojava.
Grandi sconfitti, in questo scenario, sono la Turchia e l'Arabia Saudita, i due paesi che hanno supportato i fondamentalisti islamici sunniti in Siria, appoggiando in maniera aperta il Fronte Islamico di Al-Nusra e Al-Qaeda, che attualmente controlla l'Emirato di Idlib, e in maniera segreta il Califfato Islamico dell'Isis, fino a quando la nuova amministrazione americana di Donald Trump ha apertamente costretto Erdogan a prendere posizione contro il Daesh.
Resta comunque l'interrogativo su cosa succederà adesso nel bollente fronte nord della guerra, dove i Turchi hanno attaccato i Curdi siriani del Rojava, che hanno subito stretto un patto con Assad e Putin, mantenendo nello stesso tempo buoni rapporti con Trump e l'Europa?
L'amministrazione americana sta facendo pressioni su Erdogan affinché eviti un massacro inutile , ma si sa che il Sultano turco, al pari dell'Emiro di Idlib e del Califfo dell'Isis è diventato una sorta di cane sciolto, che ha bisogno di tenere impegnato l'esercito per evitare altri colpi di stato.
Una cosa è certa: i prossimi giorni saranno incandescenti, perché ormai il fronte sunnita e quello sciita sono pronti per la battaglia finale, dopo 1200 anni di scontri per il controllo del Medio Oriente.
La Turchia è pronta a combattere contro tutti, pur di creare uno stato cuscinetto che la separi dalle varie componenti di quella che sarà la nuova Siria.
Tale impegno bellico turco, se dovesse sfidare apertamente sia la Russia che gli Usa, potrebbe portare ad una escalation senza precedenti, costringendo tutte le amministrazioni coinvolte a prendere una posizione netta a favore di Erdogan o contro di lui.

Legenda: in verde la zona turca (con l'appoggio dei miliziani islamisti di Al-Nusra), in rosa la zona siriana di Assad e del Syrian Arab Army, in arancione la zona contesa, in giallo la zona curda dell'Ydp e in grigio scuro la zona dell'Isis.

The Kurdish-led Syrian Democratic Forces (SDF) are to hand over a massive section of their territory west of Manbij to the Syrian Arab Army in order to create a buffer zone against the Turkish Army and Turkey-led forces in northern Syria. The map above is an initial estimate of the area which will be handed over to pro-government forces and not official.

In recent days the Euphrates Shield operations room (a coalition of Turkey-led armed Islamist groups, backed by the Turkish Armed Forces) has launched an offensive against the the SDF in order to capture the strategic crossroads city of Manbij.


The ferocity of the new Euphrates Shield offensive against the SDF has incited the Manbij Military Council (MMC) to consider a local military cooperation agreement with the Syrian Arab Army (SAA) which includes pro-government access to SDF territories in northern Syria.

“To reach these objectives [the defense of Manbij] we have transferred, after reaching a new alliance with Russia, the defence of the line to the west of Manbij – where the villages between us and the gang groups [FSA, Ahrar al-Sham] affiliated to the Turkish army are – to Syrian state forces.”

The area being handed over to the Syrian Arab Army will serve just as much as a political buffer zone as a military one. The true nature of the Erdogan regime’s ambitions in Syria will soon be revealed to the world based on whether it chooses to attack government-held areas or not. By choosing to commit to an offensive against pro-government forces, the Erdogan regime will demonstrate that it pursues an imperialist agenda in Syria in direct violation of the territorial sovereignty of that country and against the wishes of its legitimate government.

Vite quasi parallele. Capitolo 39. Le ossessioni di Romano Monterovere e la contestazione di Francesco


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Romano Monterovere compì 50 anni nel 1961. Da quel momento in avanti, nella sua lunga vita, rimase più o meno uguale. Era di quei tipi molto alti, magri, dai capelli chiari, che più che invecchiare tendono a rinsecchirsi, quasi a mummificarsi, senza però altri segni particolari di cedimento.
Il suo aspetto severo e austero, con l'età divenne vagamente arcigno, pur mantenendo un'imponenza che oggi si potrebbe ritrovare in attori come Charles Dance, noto al grande pubblico per la sua interpretazione del personaggio di lord Tywin Lannister.
Ma un cambiamento interiore significativo era avvenuto in lui dopo la morte del fratello Ferdinando, Romano era diventato ipocondriaco.
Per prevenire le malattie, aveva adottato uno stile di vita ancora più spartano.
Mangiava poco, prediligeva le verdure, camminava spedito almeno due ore tutti i giorni, non beveva alcolici, non fumava, andava a letto presto e dormiva regolarmente almeno otto ore.
Ciononostante viveva nel terrore di poter contrarre qualche malattia, in particolare la tubercolosi, di cui erano morti due sorelle e un fratello, oppure l'ipertensione, per la quale andava tutti i giorni dal farmacista a farsi misurare la pressione.
Ogni volta che entrava in farmacia, ne usciva con medicinali generici e autoprescritti di tutti i generi: aspirina in compresse effervescenti, caramelle balsamiche e antisettiche (che consumava con gusto, come se fossero cioccolatini), vitamine, tachipirina, citrosodina, sali minerali, supposte, colliri, spray nasali, microclismi, digestivi, soluzione Schoum, colluttori, pomate di ogni genere e per ogni evenienza, acqua ossigenata, disinfettanti vari, cerotti, garze, bende, cotone idrofilo ed emostatico. tappi per le orecchie, lozioni per i capelli, amaro medicinale Giuliani, gocce di valeriana e altre pozioni che lo attraevano anche solo per il colore o per il gusto.
E quello fu solo l'inizio della sua esperienza di "impasticcato", che lo portò col tempo a disporre di un vero e proprio laboratorio chimico-farmaceutico finalizzato alla creazione dell'Elisir di lunga vita.
Era preciso e puntiglioso in ogni cosa che facesse, in particolare sul lavoro.
Da quando era diventato direttore dell'Azienda Fratelli Monterovere (il presidente era suo suocero, l'ingegner Lanni), aveva imposto ai dipendenti un regime quasi militare ed un'efficienza svizzera, o meglio ancora teutonica e prussiana, da far invidia a Federico il Grande e a tutta la dinastia degli Hohenzollern.
Il suo perfezionismo, così come la sua abitudinarietà, assunsero i contorni di un disturbo ossessivo-compulsivo: rispettava gli orari con tale precisione che la gente metteva a punto l'orologio ogni volta che lo vedeva passare: era più affidabile del meridiano di Greenwitch.
Naturalmente sua moglie e i suoi figli erano tenuti a rispettare la stessa vita da caserma, il che non era affatto facile.
Giulia fumava, come anche la figlia Enrichetta. Il figlio Francesco aveva orari opposti a quelli del padre. Il terzogenito Lorenzo, di carattere timidissimo e remissivo, subiva ramanzine continue per la sua goffaggine,"mollezza" e pigrizia.
Romano distribuiva equamente rimproveri e scappellotti, ma l'effetto che otteneva era il contrario di ciò che si era prefisso.
In particolare lo preoccupava il primogenito Francesco, ribelle per natura e studente presso la Facoltà di Matematica e Fisica dell'Università Bologna. 
Ovviamente Francesco non aveva avuto il permesso di prendere alloggio nella città universitaria, per cui faceva su e giù da Faenza, in treno, tutti i giorni.
Non era una cosa particolarmente piacevole, e non era nemmeno l'unico motivo di attrito tra padre e figlio, opposti quasi in tutto.
Un grande scandalo avvenne quando, Francesco. precorrendo i tempi e le mode della Contestazione,  si face crescere i capelli lunghi fino alle spalle.
Romano non si dava pace:
<<E' questo che ti insegnano all'università? A diventare un capellone e uno scansafatiche? Io alla tua età...>> ed elencava una serie di lavori mai svolti.
Francesco il più delle volte non si degnava nemmeno di rispondere.
Allora Romano mandava avanti il figlio minore, Lorenzo, in avanscoperta.
Francesco riconosceva i famigliari dal modo in cui bussavano alla porta.
Mentre Enrichetta era come un treno in corsa, Lorenzo si limitava ad una timida grattatina.
<<Il babbo è molto preoccupato per te>>
<<Ma dai? Non me n'ero accorto!>>
<<Se solo accettassi di tagliarteli almeno un po'...>>
<<Non se ne parla>>
<<Però almeno potresti evitare di andare in giro con le mollette e la coda di cavallo>>
<<Lorenzo, perché non ti fai gli affari tuoi? Ti ha promesso qualcosa, il vecchio?>
<<Io non so come hanno fatto a sopportarti i Salesiani per sette anni>>
<<E' per colpa loro che sono un ribelle>>
<<Ma ribelle contro cosa?>>
<<Contro tutto, contro la società, contro il sistema...>>
<<Ma quale sistema? Io non capisco proprio di cosa tu stia parlando>>
<<Perché sei un patacca, Lorenzo, scusami tanto!>>
<<Sì sì, vedremo. Ci rivediamo tra trent'anni, e poi mi saprai dire chi è il patacca>>
<<Non illuderti Lorenzo, tu sei nato così, non ci puoi far niente. Ma se ti allei con me, potremmo fare grandi cose. Va' a dire al babbo che se mi trova una stanza a Bologna, mi taglio i capelli subito>>
<<Allora tanto vale che te li faccia arrivare fino ai piedi. Il babbo non sgancerà un centesimo>>
<<Ecco, ora capisci cosa intendo per "il sistema". Il babbo rappresenta il prototiopo dell'autorità borghese reazionaria, nonché seguace del Capitalismo>>
<<Mi sembra di sentir parlare il nonno Enrico, pace all'anima sua>>
<<Enrico era un grande, e anche zio Tommaso è un grande. Faremo la rivoluzione un giorno!>>
Quando Romano venne a sapere di quella frase, si infuriò come un leone:
<<Vuoi fare la rivoluzione? Te la do io la rivoluzione! Io faccio la rivoluzione tutti i giorni lavorando! Mica come mio fratello Tommaso, che fa il comunista con i soldi degli altri. Ma se ti metti nei guai, Francesco, non bussare alla mia porta. 
Che tempi! Che cosa mi tocca vedere!>>
Francesco era galvanizzato da quelle prediche: gli sembrava di essere già una specie di Che Guevara:
<<E questo è solo l'inizio babbo... aspetta qualche anno e succederà di tutto! Gli Anni Sessanta resteranno nella storia. Aspetta e vedrai!>>