martedì 9 gennaio 2018

Vite quasi parallele. Capitolo 101. Diana Orsini diventa bisnonna

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Nel 2008, all'età di 95 anni, Diana Orsini vide coronato uno dei suoi più grandi desideri, per il quale aveva atteso tanto, e cioè quello di diventare bisnonna. 
In febbraio era infatti nata Beatrice, la figlia di suo nipote Alessio e della moglie di quest'ultimo, Rebecca.
Si trattò di un evento gioioso, perché la piccola Bea fu come un raggio di sole dopo una lunga tempesta.
Portò, in quella famiglia così bersagliata dalla sorte avversa, una ventata di allegria, di spontanea e limpida felicità, col quale tenne fede al suo stesso nome: "portatrice di beatitudine".
E se non fosse stato per l'innata e dirompente volontà di vita e di rinnovamento che Beatrice portò con sé, sarebbe stato molto difficile, per il clan Ricci-Orsini e le famiglie ad esso collegate, riuscire a superare le dure prove che ancora li attendevano.
La nascita e la crescita di Beatrice fu per tutti una grande benedizione, e in particolare per Diana, che, osservando la pronipote e giocando con lei, sentì che tutte le sofferenze del passato erano valse la pena di essere sopportate, se il risultato era quello della venuta al mondo di un così dolce e adorabile angelo.
Diana e tutta la sua famiglia potevano finalmente guardare al futuro con la speranza che qualcosa di buono e di bello sarebbe sopravvissuto a tutti loro e ne avrebbe conservato il ricordo.
Da quel momento in avanti i compleanni della piccola Bea e le festività tradizionali vennero vissute, in famiglia, con animo più sereno, nonostante le tribolazioni che ognuno dei singoli membri si trovò a dover affrontare.
Poiché Alessio era figlio unico, i suoi cugini Fabrizio e Riccardo, a loro volta figli unici, divennero gli "zii" di Beatrice e ne furono onorati e felici.
In particolare tra Riccardo e la piccola Bea si creò un rapporto di complicità incredibile, poiché la nipotina aveva intuito fin da subito che quello zio così stravagante e misterioso, che viveva lontano, ma tornava sempre per le feste e trascorreva con lei, a Cervia, tutta l'estate, aveva dentro di sé ancora vivissimo "il bambino della campagna", che poi era il nucleo più sano e positivo della sua personalità.
E così poteva capitare che, in quella specie di mausoleo che era diventata la Villa Orsini, si sentissero improvvisamente schiamazzi e risate, specie quando Diana, Riccardo e Beatrice guardavano insieme qualche film di Walt Disney e poi giocavano con le bambole delle Principesse Disney che la bisnonna e lo zio regalavano alla nipotina.
E non era un caso che tre persone di età così diversa riuscissero ad andare perfettamente d'accordo.
C'era infatti qualcosa di molto profondo che li accomunava: era l'amore sviscerato per la campagna, la natura selvaggia, gli animali, i fiumi, le piante, i fiori e tutta quella bellezza di cui il parco di Villa Orsini era ancora custode.
Diana sorrideva nelle foto di quegli anni, pur sapendo che quell'idillio non sarebbe potuto durare.
E questo non solo per la sua tarda età e le sue malattie, ma anche perché la situazione finanziaria del Feudo Orsini era estremamente precaria e aggravata dalla crisi economica mondiale e dal crollo delle borse del settembre 2008, con l'esplosione della più grande bolla speculativa di tutti i tempi.
Ma di tutto ciò si parlerà più avanti.
In questo capitolo abbiamo voluto dar conto soltanto degli eventi positivi, quelli che rendono sopportabile la vita.
C'è un tempo per tutte le cose, persino per la felicità, ogni tanto.